Intercettazioni “sparite” tra Palamara e Pignatone, il caso in Parlamento per l’anomalia della Procura di Cantone

RMAG news

Il tema delle intercettazioni “sparite” nell’indagine nei confronti dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, e che poi farà saltare la nomina di Marcello Viola a procuratore di Roma, sarà sottoposto all’attenzione del Parlamento.

Lo ha annunciato il senatore Maurizio Gasparri, componente della Commissione antimafia e capogruppo di Forza Italia a palazzo Madama, riprendendo i contenuti di un articolo dell’Unità pubblicato il 16 agosto. Nel mirino di Gasparri, in particolare, la questione relativa alla omessa intercettazione della cena del 9 maggio 2019 tra Palamara, allora indagato dalla Procura di Perugia per corruzione, e l’ex procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, oggi indagato per favoreggiamento della mafia a Caltanissetta.

Gasparri ha ravvisato una evidente anomalia nell’atteggiamento della Procura di Perugia, diretta da Raffaele Cantone, la quale, oltre e non aver mai chiesto conto agli ufficiali del Gico della guardia di finanza di Roma che curavano le operazioni di ascolto delle ragioni di quella mancata intercettazione, non risulta abbia mai neanche interrogato Pignatone su quanto emerso e risultante dagli atti. “Cantone non potrà rimanere per sempre in un cantone”, ha dichiarato Gasparri. Il ruolo di primo piano di Pignatone in questa vicenda emergerebbe da due atti giudiziari. Il primo è la sentenza del 2021del gup perugino Piercarlo Frabotta nella quale ha trovato conferma quanto dichiarato da Palamara sul fatto che già prima dell’arresto del suo presunto corruttore, il faccendiere Fabrizio Centofanti, avvenuto nel febbraio 2018, fosse stato avvertito a dicembre dell’anno prima da Pignatone che costui gli aveva pagato dei viaggi e dei soggiorni con una donna diversa dalla coniuge.

Il secondo, paradossalmente, è la richiesta di archiviazione relativa al procedimento che vedeva indagato Palamara per calunnia ai danni dell’ex procuratore di Perugia Luigi De Ficchy, firmata dallo stesso Cantone e dalla pm titolare del fascicolo Mara Pucci, ove si evidenziava come l’ex numero uno dell’Anm negli interrogatori avesse messo “chiaramente in evidenza la figura di Pignatone come fonte primaria da cui già a partire dal 14 dicembre 2017 aveva appreso le notizie sul suo coinvolgimento nelle indagini in corso su Centofanti, poi sull’attesa del deposito di un fascicolo che lo avrebbe riguardato e infine sulla effettiva trasmissione a Perugia del fascicolo che lo riguardava”.

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