Israele continua ad attaccare Hezbollah, Netanyahu ordina la presa del Libano: “Tenetevi pronti”

RMAG news

In Medio Oriente una guerra su scala regionale sta per essere scatenata. «Una guerra su vasta scala in Medio Oriente è possibile». Lo ha detto Joe Biden al talk show The View. «Una guerra totale è possibile, ma siamo ancora in gioco per raggiungere una soluzione che possa cambiare radicalmente l’intera regione», ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti. Decine di soldati americani sono stati dispiegati a Cipro in seguito all’escalation fra Israele e Hezbollah e si stanno preparando ad una serie di eventualità, inclusa la possibile evacuazione dei cittadini americani dal Libano. Lo riporta Cnn citando alcune fonti.

Intanto, a esplodere è il Libano. Non è più “se” ma “quando”. Questione di giorni, se non di ore. Dopo la cyberguerra, i raid aerei e bombardamenti a tappeto, l’invasione di terra. «Oggi Hezbollah ha ampliato il suo raggio di fuoco. Più tardi riceverà una risposta molto forte», ha affermato il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi visitando alcune brigate al confine con il Libano, dopo che il gruppo sciita ha lanciato un missile verso il centro di Israele questa mattina. «I vostri stivali entreranno nei villaggi che Hezbollah ha trasformato in una vasta postazione militare, incontrerete i miliziani e gli dimostrerete che cosa significa affrontare un esercito professionale, altamente qualificato e con esperienza di battaglia. Li distruggerete», ha detto. «Dobbiamo essere molto pronti a entrare in azione e invadere il Libano», dice ai suoi soldati della Brigata 7 il comandante delle Idf per il nord, il generale Uri Gordon. Le loro azioni devono cambiare la situazione della sicurezza per i 60mila israeliani che vivono nel nord del Paese e che sono stati costretti a lasciare le loro case quasi un anno fa. «Siamo entrati in una nuova fase del conflitto e ora stiamo combattendo nel quadro dell’Operazione Northern Arrows», ha continuato il generale. «L’operazione è iniziata con una serie di duri colpi contro le capacità di Hezbollah, con attenzione particolare alla sua potenza di fuoco, ma anche ai suoi comandanti e operativi».

L’ex capo dell’intelligence militare, Amos Yadlin, aveva detto che i bombardamenti avrebbero dovuto proseguire per due settimane prima di dare il via a una invasione di terra. Altre fonti hanno invece spiegato al Jerusalem Post che le fasi cruciali di una eventuale operazione di terra dovranno essere concluse entro l’inizio di novembre, per evitare l’inverno sulle montagne del Libano.
L’Aeronautica israeliana ha colpito finora circa 280 obiettivi di Hezbollah nel corso dei raid condotti oggi in Libano. Lo ha reso noto l’Idf, precisando che tra gli obiettivi raggiunti figurano lanciatori di razzi usati negli attacchi odierni contro Safed, Nahariya ed alcune località a est di Haifa. Secondo l’Idf, sono stati presi di mira anche operativi di Hezbollah e depositi di armi. Il Medio Oriente esplode. E neanche l’iperpotenza mondiale sembra essere in grado di impedirlo.

Il portavoce internazionale dell’Idf, il tenente colonnello Nadav Shoshani, ha affermato che nel tentativo di colpire Tel Aviv ieri mattina, la prima volta che Hezbollah ha preso di mira la città, il gruppo ha schierato un missile pesante a lungo raggio che, intercettato, si stava dirigendo verso aree civili della città e Israele ha risposto con un attacco contro il lanciatore. Lo scrive il Guardian.
Hezbollah ha affermato che l’attacco aveva come obiettivo il quartier generale dell’agenzia d’intelligence del Mossad, ma Shoshani sostiene che era diretto a una parte diversa della città. «Il quartier generale del Mossad non si trova in quella zona – ha sottolineato il portavoce – è un po’ più a nord-est di quell’area. Il loro missile ha attivato gli allarmi a Natanya e Tel Aviv lungo la costa».

Secondo il ministero della Sanità libanese, sono almeno 51 le persone rimaste uccise e 223 i feriti nei raid aerei israeliani di ieri su diverse località del Libano, tra cui alcune zone montagnose fuori dai bastioni di Hezbollah, nel terzo giorno consecutivo di bombardamenti. Migliaia di famiglie stanno fuggendo dal Libano verso la Siria, a causa dell’intensificarsi dei raid israeliani sul Paese dei Cedri. Lo sostiene l’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), precisando che centinaia di veicoli sono bloccati alla frontiera tra i due Paesi, mentre altre persone arrivano a piedi trasportando parte dei loro averi. «Questo spargimento di sangue sta provocando stragi terribili, costringendo decine di migliaia di persone a lasciare le proprie case», ha affermato il capo dell’Unhcr, Filippo Grandi, che ha sottolineato come «la situazione sia un nuovo duro colpo per quanti in passato erano fuggiti dal guerra in Siria e ora soffrono i bombardamenti nel Paese in cui hanno cercato rifugio». «Dobbiamo evitare il ripetersi di queste scene di disperazione e devastazione. Il Medio Oriente non può permettersi una nuova crisi di sfollati – ha aggiunto – Non creiamo una nuova crisi costringendo più persone a lasciare le proprie case. La protezione delle vite dei civili deve essere la priorità».

L’Unhcr ha riferito che migliaia di persone, tra cui bambini e neonati, si trovano vicino alla frontiera in coda per poter entrare in territorio siriano, in alcuni casi dopo aver trascorso la notte all’aperto. Tra loro ci sono anche alcune persone rimaste ferite negli ultimi attacchi israeliani. L’Unhcr ha sottolineato che i suoi operatori, inclusa la Mezzaluna rossa araba, sono sul posto per consegnare cibo, acqua e coperte. Il governo libanese ha stimato “circa mezzo milione” di sfollati a causa degli attacchi israeliani dall’ottobre 2023, di cui quasi 400mila solamente da lunedì, quando si sono intensificati i bombardamenti su larga scala. Da lunedì, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni Unite ha registrato “90.530 nuovi sfollati”, si legge in una nota. Martedì il ministro degli Esteri libanese Fuad Hussein parlando al dibattito della 79esima Assemblea generale dell’Onu aveva affermato che gli sfollati in Libano «sono vicini al mezzo milione».

Scuole piene di sfollati a Beirut. Migliaia di persone in fuga dai raid israeliani che martellano il sud del Libano, hanno cercato riparo negli istituti della capitale libanese. «Non riesco a credere a quello che ci sta accadendo», ha detto Zeinab, arrivata da un’area nei pressi di Tiro. In tanti sarebbero fuggiti con i soli vestiti che avevano indosso. Senza documenti. «La mia unica preoccupazione era portare via la mia famiglia, portarla in un posto sicuro», ha detto all’agenzia Dpa Mohammed, della località di Srifa. Israele conferma operazioni contro obiettivi di Hezbollah. I libanesi denunciano vittime tra i civili. Intanto centinaia di rifugiati siriani che erano fuggiti dal loro Paese nel 2011, quando un sanguinoso conflitto è esploso dopo l’inizio di proteste antigovernative, si stanno rifugiando a Sarafand, nel sud del Libano, tra zone all’aperto e giardini. «Siamo fuggiti qualche anno fa dal nostro Paese. Sono di Homs. Adesso siamo in strada. Non sappiamo dove andare», ha raccontato alla Dpa Mohammed, rifugiato siriano e padre di sei figli. Secondo le stime più recenti, il Libano ospita 1,5 milioni di rifugiati siriani.

Intanto a Gaza una donna incinta e i suoi 4 figli sono rimasti uccisi in un attacco aereo israeliano di ieri che ha colpito una casa nel campo profughi di Bureij, nel centro della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’ospedale dei martiri di al-Aqsa, che si trova nella vicina città di Deir al-Balah, e un giornalista di Associated Press ha visto i corpi. Dai registri dell’ospedale emerge che la donna aveva 35 anni ed era incinta di 6 mesi. I suoi 4 figli avevano tra gli 8 e i 18 anni. È salito a 41.495 morti e 96.006 feriti il bilancio nella Striscia di Gaza da quando il 7 ottobre dello scorso anno sono iniziate le operazioni militari israeliane contro Hamas in risposta all’attacco di quel giorno in Israele. Lo denuncia il ministero della Salute di Gaza. Ma quei morti, in maggioranza donne e bambini, non fanno più notizia.

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