La costituzione di parte civile di due giudici onorari annulla il processo Ilva

La costituzione di parte civile di due giudici onorari annulla il processo Ilva

Il Quotidiano del Sud
La costituzione di parte civile di due giudici onorari annulla il processo Ilva

Depositate le motivazioni del processo all’ex Ilva: la costituzione di parte civile di due ex giudici onorari tarantini ha indotto la Corte d’Appello ad annullare il processo.

TARANTO- Due Giudici onorari costituiti parte civile nel processo “Ambiente svenduto” che ha visto al centro di tutto l’ex Ilva di Taranto. È stato il motivo che ha indotto i giudici della corte d’Assise d’Appello di Lecce (sezione distaccata di Taranto) ad annullare la sentenza di primo grado e a disporre il trasferimento del procedimento a Potenza. È quanto scritto nelle motivazioni con cui il 13 settembre 2024, la corte d’Appello di Lecce aveva emesso la sentenza. Oggi, 24 settembre 2024 sono state depositate le motivazioni che contendono il riferimento a una copiosa giurisprudenza della Cassazione in materia.

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A sollevare il caso è stata un’istanza presentata dalla difesa. Questi avevano infatti in diversi momenti del processo sollevato dubbi sulla legittimità della costituzione di parte civile di due giudici onorari tarantini. In particolare, i difensori degli imputati, che avevano invocato la legittima suspicione. Spiegando che, i magistrati che hanno emesso la sentenza di primo grado, sia togati che popolari, sarebbero a loro volta da considerare “parti offese”. Vivendo i giudici di primo grado a Taranto e subendo gli effetti dell’inquinamento, i giudici non avrebbero potuto garantire un giudizio imparziale.

GIUDICI ONORATI IN SERVIZIO QUANDO SONO STATI COMMESSI I REATI CONTESTATI NEL PROCESSO EX ILVA

La richiesta della difesa era stata respinta durante il processo perché, spiegano i giudici d’appello, la corte di primo grado aveva fatto riferimento alla circostanza che, al momento della costituzione come parte offesa nel processo (2016), i due magistrati avevano già dismesso le funzioni esercitate in quel distretto. Secondo la corte d’Assise d’Appello però «ciò che conta è la qualifica soggettiva al momento del fatto». Ossia che i magistrati fossero in servizio quando sono stati commessi i reati contestati. È per questo motivo che il processo “Ambiente svenduto” dovrà rifarsi davanti ai giudici di Potenza.

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