LA NUOVA NUTELLA VEGANA È MADE IN CAMPANIA

LA NUOVA NUTELLA VEGANA È MADE IN CAMPANIA

Il Quotidiano del Sud
LA NUOVA NUTELLA VEGANA È MADE IN CAMPANIA

È figlia del Mezzogiorno, è prodotta al Sud, in Campania, l’ultima chicca di casa Ferrero: la Nutella vegana che sta sbarcando nei supermercati italiani.

È prodotta al Sud, in Campania, l’ultima chicca di casa Ferrero: la Nutella vegana. La celebre crema spalmabile, che ha da poco compiuto 60 anni, si presenta sul mercato nella versione senza latte e senza glutine. Ideale per chi predilige, per necessità o scelta, alimenti a base vegetale e privi di lattosio. Segni particolari, il tappo verde e lo stesso gusto goloso che ha catturato il palato di più generazioni.

Per il Mezzogiorno, poi, il nuovo barattolo ha un sapore in più, quello della vittoria di un’idea imprenditoriale nata sulla spinta della solidarietà Nord/Sud. La Nutella vegana è infatti prodotta nello stabilimento di Sant’Angelo dei Lombardi, una sessantina di chilometri da Avellino, più di 900 dal Piemonte. Qui, ad Alba, in provincia di Cuneo, alla fine del 1980, il “re dei dolci” Michele Ferrero, da pochi anni insignito dell’onorificenza di Cavaliere del lavoro, è a casa, inchiodato davanti alla tv che manda le immagini della distruzione del terremoto del 23 novembre di quell’anno.

Una scossa di 90 secondi del nono grado della scala Mercalli ha colpito un’area di circa 17mila chilometri quadrati. Dall’Irpinia al Vulture, a cavallo delle province di Avellino, Salerno e Potenza. Ma gli effetti del sisma si allungano fino al foggiano, fino a Napoli, dove in un istante crolla un interno edificio nel quartiere di Poggioreale e seppellisce 52 persone. Le vittime saranno, in tutto, tremila, 280mila gli sfollati, 360mila le case distrutte o danneggiate. Tra i Comuni più duramente colpiti, Sant’Angelo dei Lombardi, che, per molti la vera “capitale del terremoto”.

Qui il sisma fa 482 vittime su una popolazione di circa cinquemila abitanti, già svuotata dai fenomeni di emigrazioni delle decadi precedenti. Praticamente un morto per famiglia. Crolla un’intera ala dell’ospedale, il Convento di Santa Maria delle Grazie, dove le suore ospitano una trentina di orfanelli, e Palazzo Japicca, dove vivono 25 famiglie e al piano terra c’è pure un locale, il Bar Corrado, punto di ritrovo per i santangiolesi che, al momento della scossa, stanno tutti insieme a guardare la replica di Juventus-Inter trasmessa dalla Rai. Tutti morti. Come i 66 bambini che stavano partecipando alla messa celebrata nella chiesa di Santa Maria Assunta a Balvano, nel potentino, collassata su se stessa. Il Cavalier Ferrero guarda attonito. Ovunque macerie, bare, disperazione.

Sente che deve fare qualcosa. E per lui, tra i veri protagonisti del Miracolo economico, l’unica cosa da fare è l’impresa. Decide così di partecipare alla rinascita di quel territorio e di aprire due nuovi stabilimenti, uno a Balvano e uno a Sant’Angelo dei Lombardi. Dopo appena 5 anni, nell’85, il taglio del nastro dei due siti industriali. Una nuova pagina di storia industriale per il Mezzogiorno, fatta di numeri in crescita. per fatturato e occupazione, e di ricerca e innovazione. Come dimostrano i nuovi Kinderini, il secondo frollino nato in casa Ferrero dopo i Nutella Biscuits, prodotti nello stabilimento di Balvano grazie ad un investimento di 50 milioni, che ha portato alla creazione di 120 posti di lavoro.

E ora con la Nutella per vegani made in Sant’Angelo dei Lombardi, che in questi giorni sta per arrivare nei supermercati di tutta Italia, Francia e Belgio, per poi raggiungere, nel 2025, anche altri mercati europei. Il nuovo prodotto è confezionato in un barattolo da 350 grammi, riciclabile e riconoscibile, per l’appunto, dal tappo verde. Il gusto? “Lo stesso di sempre”, assicurano dalla casa madre, garantendo “la stessa inconfondibile esperienza della crema spalmabile amata da milioni di fan in tutto il mondo, ora con ingredienti di origine vegetale”.

La ricetta, infatti, prevede ingredienti di origine vegetale come alternativa al latte, quali ceci e sciroppo di riso. Il nuovo prodotto risponde inoltre a una recente tendenza alimentare, definita come “dieta flexitariana”, abbracciata da circa 12,5 milioni di italiani che, all’interno di una dieta varia e bilanciata, in maniera flessibile hanno scelto di privilegiare alimenti di origine vegetale, moderando il consumo di alimenti di origine animale.

Poco importa che, nel giorno del lancio del nuovo prodotto, ancora non disponibile alla vendita, i carabinieri del Nas di Napoli abbiano sequestrato, in un negozio del centro storico, un lotto di Nutella vegana destinato alla Francia e rubato in Campania. Peraltro i barattoli erano a disposizione dei clienti a prezzi stracciati: 2,60 euro a vasetto rispetto ai 4,49 euro previsti dal produttore. Diciamo che anche Napoli ha contribuito, a modo suo, al lancio pubblicitario della nuova linea vegana, la cui progettazione è iniziata a gennaio 2023 e le prime produzioni industriali sono datate giugno 2024, dopo circa 18 mesi dall’avviamento dei lavori.

“Da sessant’anni, milioni di consumatori iniziano la loro giornata con Nutella. Con il lancio della versione vegan Ferrero intende ulteriormente rafforzare la propria presenza nel momento della prima colazione dolce”, si legge nella nota del gruppo. Si tratta, infatti, di un mercato che vale 5,9 miliardi di euro, di cui le principali categorie sono biscotti (33,3%), merende calde (26,2%) e creme spalmabili (8,5%). Quest’ultima è una categoria in crescita (+4,3%), in cui Ferrero è leader proprio grazie a Nutella.

In questo contesto, le creme spalmabili “Plant-Based” rappresentano oggi un mercato in forte crescita, soprattutto nel breve periodo (+31%). Con un valore complessivo che si aggira intorno ai 30 milioni di euro. “Nutella avrà la possibilità di scrivere una nuova pagina della propria storia – ha detto Stefano Lelli Mami, Region Marketing Manager Nutella Italia, alla presentazione ufficiale del prodotto -. Nutella Plant-Based è prodotta in Italia, presso lo stabilimento di Sant’Angelo dei Lombardi. A testimonianza dell’impegno del Gruppo Ferrero nel continuare a consolidare la propria presenza nel Paese e il proprio footprint industriale”. Un’impronta che il Cavalier Ferrero, piemontese doc, ha voluto lasciare anche nel Sud Italia.

Il Quotidiano del Sud.
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