La proposta per l’Europa di Enzo Maraio

La proposta per l’Europa di Enzo Maraio

Il Quotidiano del Sud
La proposta per l’Europa di Enzo Maraio

Enzo Maraio, 44 anni, salernitano. Dal 2019 è segretario del PSI. Già assessore al Comune di Salerno e consigliere regionale della Campania. Alle europee dell’8 e del 9 giugno corre come capolista nella circoscrizione Sud per Stati Uniti d’Europa, il progetto politico promosso dal Partito Socialista Italiano, da Italia Viva di Renzi e Più Europa di Emma Bonino.

Segretario Maraio siamo alle battute finali, che campagna elettorale è stata?

«Molto bella e impegnativa. Abbiamo girato il collegio della circoscrizione Sud, spiegando alle persone che abbiamo incontrato, il tentativo di questo Governo di dividere il Paese. Il Sud da Palazzo Chigi sembra non essere preso proprio in considerazione e le riforme costituzionali messe in campo, a partire da quella scellerata della Lega sull’autonomia differenziata, faranno danni. Sull’autonomia si spacca il Paese ed al Sud ci saranno meno risorse per sanità, scuola, welfare e viabilità».

Però è innegabile che esiste una differenza tra Nord e Sud e che la questione deve essere trattata in maniera differente.

«Bisogna cambiare ma non peggiorare o fotografare le differenze e renderle strutturali. L’autonomia pensata da Calderoli porta con sé una serie di errori gravi. Non può occuparsi ad esempio di formazione o infrastrutture, non può occuparsi di sanità. Queste materie sono funzioni fondamentali per il Paese, non ci possono essere diseguaglianze. E ancora, non si può immaginare di inibire i poteri dei presidenti di Regione centralizzando i poteri a Roma. Come è accaduto, ad esempio, con la Zes unica che ha penalizzato soprattutto l’ottimo lavoro che si stava facendo in Campania. E poi la stangata finale è stata quella di eliminare gli sgravi contributivi alle aziende del Sud. Una scelta che avrà effetti devastanti sul lavoro».

Sì però sono stati inseriti una serie di bonus specifici

«La politica dei bonus non serve a nulla. Sono contentini non strutturali che danno ossigeno ma non creano stabilità. E poi, siamo proprio sicuri che l’accesso ai bonus sia davvero così facile? Per me sono solo spot elettorali, come la crescita del Pil veduta da questo Governo come un grande risultato, mentre invece aumenta la povertà».

Ha da ridire anche sul Pil?

«Certo. Ovviamente non lo dice Maraio ma gli analisti. Cioè che il Pil cresce ma le retribuzioni no. E questo genera una forte povertà. Il potere d’acquisto dei salari è crollato ulteriormente e la gente fatica ad andare avanti. E il Sud in tutto questo è quello che ne risente di più».

E l’Europa in tutto questo cosa può fare?

«Immaginare politiche uniformi, costruire una politica fiscale più omogena che non penalizzi le imprese. Può, una Europa diversa, ascoltare le istanze dei territori, e ascoltarle da uno che viene dal Sud. Che qui vive, lavora, ha amministrato prima da assessore al Comune di Salerno e poi da consigliere regionale, imparando a conoscere le necessità di un territorio che ha in sé grandi ricchezze. Per questo c’è bisogno di più Europa al contrario di chi ne vorrebbe meno, e candida al Sud uno che al massimo queste terre le ha viste in una carta geografica. Uno che invece di parlare di problemi del Sud preferisce stupire. La “decima” di Vannacci, per intenderci, non è colore, è il segno che a destra c’è un problema. Da una parte c’è la Lega con questo tizio che considera Mussolini uno statista e dall’altra FdI che tiene la fiamma ancora bella ardente. È necessario voltare pagina e costruire gli Stati Uniti d’Europa. Per una Unione che abbia una voce forte e che non sia solo una unione monetaria».

E sulla sua lista, che prospettiva ha?

«Ovviamente positiva per continuare con la Bonino e Renzi il progetto. Ci aspettiamo di superare il quorum con agilità e di portare i nostri rappresentati al Parlamento europeo. Siamo l’unica novità di queste elezioni: una lista con il preciso obiettivo di riportare i temi europei al centro del dibattito, non solo italiano ma dell’intera Unione. Invece siamo davanti a un paradosso: una campagna elettorale per le elezioni europee in cui i temi europei sono del tutto dimenticati. Noi cerchiamo di rovesciare questo paradigma parlando della comunità di cui facciamo parte per portare proposte, idee e azioni concrete. Vede, non si può correre per il Parlamento europeo con l’idea che serva meno Europa. Chi la pensa così non dovrebbe partecipare a queste elezioni».

a.f.

Il Quotidiano del Sud.
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