L’estate nera dei treni: il Sud paga il prezzo più alto

L’estate nera dei treni: il Sud paga il prezzo più alto

Il Quotidiano del Sud
L’estate nera dei treni: il Sud paga il prezzo più alto

Cantieri, lavori, interruzioni: un’estate nera quella dei treni, specialmente al Sud. L’ira degli imprenditori: “Situazione da terzo mondo”

Mettetevi comodi. E, soprattutto, armatevi di pazienza. Tanta pazienza. Perché nell’estate del caldo record e del boom dei turisti, viaggiare in treno sarà un’avventura. Ritardi, cancellazioni, bus sostitutivi. Un occhio al cartellone e un altro al portafoglio. Perché, come se non bastasse, anche i prezzi dei biglietti sono generalmente più cari. E’ la legge del mercato, si dirà, quando la richiesta aumenta. Ma quando aumentano anche i disagi, oltre al danno economico si aggiunge la beffa.

Lo avevamo segnalato, in solitudine, il 24 luglio scorso quando il Quotidiano del Sud registrò le “quattro giornate” che spezzarono in due l’Italia Ferroviaria. Colpa di un treno deragliato dalle parti di Sapri. Certo. Ma anche della cronica carenza di infrastrutture che separa le due Italie delle Ferrovie. Anche questo raccontato più volte sulle pagine del nostro quotidiano. Ora, la storia si ripete. Tanto che il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha deciso di convocare oggi (2 agosto 2024) un tavolo con Rfi per fare il punto della situazione e capire che cosa sta succedendo.

Mal comune mezzo gaudio, dal momento che i disagi riguardano l’intero territorio nazionale, inclusa l’alta velocità e i valichi alpini. Ma nel Mezzogiorno i disagi sono doppi. Dal momento che da Salerno in giù treni che viaggiano a 300 chilometri all’ora non se ne vedono ancora. E, soprattutto, la rete a binario unico è ancora molto più estesa rispetto al Centro Nord. Il risultato è che per sulle medie e lunghe percorrenze i ritardi possono oscillare fra i 100 e i 200 minuti. Un’eternità con questo caldo. La causa? Semplice: i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che le Ferrovie hanno deciso di far partire proprio nel periodo più critico delle vacanze, fra luglio e settembre.

Certo, Rfi ha già precisato che si tratta di una medicina necessaria per potenziare le linee. Ma era necessario concentrare gli sforzi proprio ora?
Gli effetti sono catastrofici. Giusto per restare nel Mezzogiorno, fra Napoli e Formia, da domani e fino al 23 agosto, la linea fra Minturno e Villa Literno funzionerà a singhiozzo. E, in qualche giorno, sarà chiusa del tutto. Da ieri (1 agosto 2024) e fino domenica 15 settembre, ci saranno lavori di manutenzione straordinaria tra Agropoli e Vallo della Lucania che riguarderanno anche l’alta velocità e gli intercity.
Fino a domenica 18 agosto, lavori di potenziamento infrastrutturale tra Lamezia Terme Centrale e Catanzaro Lido. Dal 30 agosto al 7 settembre sarà difficile viaggiare anche fra Caserta e Cancello mentre già dal 14 luglio, fino a domenica primo settembre, lavori di riqualificazione a Maddaloni Inferiore comporteranno variazioni e corse con bus per i treni regionali. Ma la mappa dei disagi è infinita. Per avere un quadro aggiornato della situazione è sempre opportuno fare un giro sul sito di Trenitalia, alla voce modifiche alla circolazione, con tanto di punto esclamativo e cartello rosso fuoco.

L’ennesimo agosto rovente sul fronte dei trasporti ha fatto infuriare anche gli imprenditori. “È inconcepibile che in uno dei principali Paesi industrializzati del mondo, seconda manifattura europea e con un’industria del turismo che sta sostenendo l’economia nazionale come mai in passato, possano ripetersi continuamente ritardi e disservizi della rete ferroviaria, come accade ormai in maniera sistematica, con punte insostenibili da un mese a questa parte. In un periodo estivo caratterizzato da una forte domanda, il fenomeno determina danni ancora più gravi, per i comuni cittadini e per gli operatori economici. Siamo di fronte a carenze generalizzate, dalle linee regionali all’Alta Velocità”, denuncia il Presidente di Unione Industriali Napoli, Costanzo Jannotti Pecci.

“È sufficiente anche un minimo inconveniente perché si blocchi il traffico per ore. C’è da chiedersi allora in base a quali criteri venga effettuato il servizio di manutenzione”. Il sospetto degli industriali e che la pratica dei subappalti, e della ricerca di una riduzione dei costi senza adeguata attenzione alla qualità delle prestazioni rese, sia diventata la prassi per il gestore Rfi. “Il costo relativamente minore del trasporto ferroviario passeggeri italiano, rispetto ai grandi Paesi europei, non giustifica l’ormai cronica criticità di una rete ferroviaria non in grado di reggere la crescita del traffico, che peraltro è un obiettivo strategico, in una logica di tutela ambientale. Occorre una svolta in tempi rapidi: non è possibile che un servizio pubblico così importante per l’Italia e la sua economia debba continuare a essere erogato in condizioni tanto precarie”.

Il caos treni ha scatenato anche una dura reazione da parte della politica. “Il picco di cantierizzazione sulla rete ferroviaria non può giustificare le scene deliranti a cui assistiamo in questi giorni nelle stazioni di tutto lo Stivale. I ritardi sistematici di 100 o 200 minuti non possono diventare una prassi consolidata in Italia: i disagi ormai sono cronici su tutto il servizio ferroviario, dall’alta velocità ai convogli locali per i pendolari.
E’ chiaro che qualcosa non funziona tra deragliamenti, guasti, annullamenti, cambi di rotta. Serve un’operazione chiarezza, perché nel frattempo i prezzi dei biglietti anche di recente hanno subito un aumento, proprio mentre all’ex Ad di Fs veniva corrisposto un milione di buonuscita”. tuonano i parlamentari M5s delle commissioni Trasporti di Senato e Camera Gabriella Di Girolamo, Elena Sironi, Antonio Trevisi, Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Traversi e Giorgio Fede. Salvini ha risposto aprendo un tavolo al suo ministero. Sarà sufficiente?

Il Quotidiano del Sud.
L’estate nera dei treni: il Sud paga il prezzo più alto

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