L’Europa si fa trascinare nel baratro da Stoltenberg, questa è la storia dell’Occidente: cosa aspetta la sinistra a ribellarsi?

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In seguito alla mia esperienza, sono giunto a odiare la guerra. La guerra non risolve nulla.
(D. D. Eisenhover)

Stoltenberg è stolto? Dipende dall’angolo visuale. Il segretario generale della Nato, in quanto solerte propugnatore dell’aggressività contro la Russia anche a costo di innescare una guerra mondiale, lo è di sicuro, come tutti i bellicisti a oltranza. Non lo è, invece, per quanto riguarda i propri lauti affari personali.

E’ figlio d’arte. Il padre, Thorvald Stoltenberg, laburista, fu ambasciatore, ministro della Difesa e degli Esteri della Norvegia, e la madre è stata segretaria di Stato in diversi governi durante gli anni Ottanta.

Jens Stoltenberg, leader del partito laburista, è stato a sua volta primo ministro, per poi divenire segretario della Nato dal 2014. Nel 2022 è stato ufficialmente nominato governatore entrante della Norges Bank, incarico che per ora non ha assunto (ma il posto è assicurato) data la sua proroga al vertice dell’Alleanza in seguito alla guerra Russia-Ucraina-Nato-Usa.

Si tenga conto che la Banca di Norvegia è una specie di superpotenza finanziaria, con un patrimonio di circa 11 miliardi di corone, pari a 1.117 miliardi di euro. Attraverso il Fondo sovrano norvegese realizza investimenti azionari in tutto il mondo, in particolare nel settore degli armamenti. Possiede azioni in 9.400 società in ben 70 Paesi.

La cosa ha ripercussioni dirette anche in Italia. La Leonardo Spa, specializzata nel produrre armi e controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze, vede come quarto azionista, appunto, la Norges Bank. Il titolare del ministero controllante è il leghista Giancarlo Giorgetti, il cui fratello, Francesco, è manager commerciale della multinazionale Leonardo.

Il conflitto di interessi è plateale, ma tutti fanno finta di niente. In sintesi: chi meglio di Jens Stoltenberg al vertice della Nato? Chi meglio di un laburista (un “socialista”) come foglia di fico di “sinistra” per coprire una politica militarista, pervicacemente (quanto illusoriamente) votata al dominio bellico dell’Occidente sul resto del mondo?

Chi migliore di lui che, a cavallo dell’Ucraina, incentiva la produzione di armi in tutti i Paesi e, in pari tempo, incrementa gli affari della banca che andrà a dirigere? Non è chiaro il motivo – l’incastro perfetto – per cui il suo mandato al vertice della Nato viene prorogato il più a lungo possibile?

Coerentemente con il proprio ruolo nefasto, Stoltenberg ha dichiarato l’altro giorno che le armi a lunga gittata, fornite d’ora in poi a Zelensky, potranno (dovranno) essere usate dall’Ucraina per colpire direttamente il territorio russo. Naturalmente il ventriloquo del Pentagono ha ricevuto la condivisione di molti governi occidentali, a cominciare dagli Usa.

Si tratta di un balzo in avanti verso l’abisso. Non era stato detto ipocritamente, finora, che le armi fornite a Kiev dovevano servire solo per difesa? Ci rendiamo conto di che cosa può succedere? Se le armi Nato vengono usate, per interposto grilletto ucraino, contro la Russia, non equivale al fatto che la Nato aggredisce direttamente quel Paese?

A quel punto, che cosa direbbero i soloni occidentali se Putin, in risposta simmetrica, spedisse qualche missile a Varsavia, Oslo, Berlino, Parigi, Londra, Washington? La “terza guerra mondiale a pezzi” diventerebbe la terza guerra mondiale tout court, con olocausto nucleare come ultimo sfondo.

Non è esagerato dire che l’umanità è con un piede sull’orlo del baratro. È vitale mobilitarsi per la pace. Ora. Subito. Che cosa aspettano le organizzazioni progressiste a indire manifestazioni di massa? Per dare vita allo Stato palestinese, condizione ineludibile per pacificare il Medioriente, e avviare negoziati per il cessate il fuoco in Ucraina.

Questa strategia – l’esatto opposto di quello che propugnano i vari Stoltenberg – è salvifica, in particolare, per l’Europa. Un continente, dove 95 milioni di persone (pari al 21 per cento della popolazione) sono a rischio di povertà e di esclusione sociale, non può continuare a fare lo zerbino degli Stati Uniti.

È penosa e improvvida questa Europa che non si rende nemmeno conto di non essere più in grado di reggere una guerra contro una Russia, cui le sanzioni hanno fatto un baffo e che, al contrario dell’Europa, ha risorse energetiche a non finire, “prospera” nell’economia di guerra e ha alle spalle una potenza come la Cina.

Una cecità devastante, quella europea. Una stoltezza autolesionistica. È arrivato il momento di smetterla con l’atteggiamento del gallo presuntuoso, convinto che il sole sorge perché lui canta…