Maysoon, la Salis iraniana detenuta in Italia è in sciopero della fame: “Giustizia italiana peggio di Teheran”

RMAG news

Ha iniziato uno sciopero della fame nella sua cella Maysoon Majidi, 27 anni, curdoiraniana, e nota attivista per i diritti umani, in carcere da Capodanno.

Non capisce perché non viene liberata essendoci prove lampanti della sua innocenza ed essendo riuscita finalmente a farsi interrogare dalla pm: 10 ore di interrogatorio.

Ad accusarla di aver collaborato a bordo con gli scafisti erano le dichiarazioni di due migranti che hanno viaggiato nella stessa barca a vela incagliatasi il 31 dicembre. I due che hanno firmato l’atto d’accusa la scagionano completamente.

Hasan Hosenzadi, uno dei due, attualmente a Berlino, dichiarato irreperibile dalla Guardia di finanza delegata dal tribunale di cercarlo, tanto irreperibile da essere intervistato dall’Unità il 10 maggio, ha detto: “Sono disposto a giurare che quella ragazza non ha niente a che fare con chi gestiva la barca, non ha fatto niente, viaggiava come me”.

E ancora: “Ho detto che questa ragazza era una come noi, del tutto estranea, mi hanno fatto firmare alcuni documenti, non so esattamente cosa fossero. La polizia ha detto che questa ragazza era una degli scafisti. Ha insistito che avrei dovuto dire che era una scafista”.

Lo ha ripetuto a un inviato delle Iene, con altri dettagli. Anche l’altro accusatore, Alì Dara Dana, la scagiona completamente. All’avvocato di fiducia, Giancarlo Liberati, che ha già presentato un appello cautelare, Maysoon ha detto di aver pensato che la giustizia iraniana fosse una delle peggiori del mondo ma che avendo provato sulla sua pelle quella italiana inizia a ricredersi.