Morte di Andrea Purgatori, la perizia: “Catastrofica sequela di errori dei medici”

RMAG news

C’è stata una “catastrofica sequela di errori ed omissioni” da parte dei medici dietro la morte di Andrea Purgatori, il noto giornalista e volto tv di La7 scomparso il 19 luglio del 2023 per una endocardite infettiva nella clinica privata Villa Margherita di Roma. È quanto si legge nelle conclusioni della perizia medico-legale disposta lo scorso marzo dal gip del tribunale di Roma nell’ambito dell’incidente probatorio nell’indagine della Procura sulla morte del giornalista.

Per la scomparsa di Purgatori sono attualmente indagati quattro medici con l’accusa di omicidio colposo: si tratta del radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, entrambi appartenenti alla sua equipe, oltre al cardiologo Guido Laudani.

Gli errori dei medici

Le parole più nette sono proprio nei confronti di Laudani. Secondo i medici legali chiamati dalla procura di Roma (l’aggiunto Sergio Colaiocco e il pm Giorgio Orano) a scrivere la perizia, il cardiologo effettuò “approfondimenti diagnostici insufficienti” e da parte sua ci furono “una catastrofica sequela di errori ed omissioni”.

Il noto cardiologo romano “interpretò non correttamente i risultati dell’esame holter, giungendo alla conclusione che l’embolizzazione multiorgano fosse conseguenza di fibrillazione atriale. Inoltre non valutò adeguatamente il quadro clinico e gli effetti della terapia anticoagulante che aveva impostato. Si tratta – concludono – di comportamenti che possiamo definire non adeguati sotto l’aspetto della perizia”.

Non solo. Nella perizia, di cui riferisce l’Ansa riportando ampi stralci, i medici legali scrivono che “i neuroradiologi indagati refertarono non correttamente l’esame di risonanza magnetica dell’8 maggio 2023 per imperizia e imprudenza e quelli del 6 giugno e dell’8 luglio per imperizia”.

La cura sbagliata per l’endocardite

Purgatori, va ricordato, era un paziente oncologico: il tumore non gli avrebbe lasciato scampo, ma l’ipotesi è che gli errori nella diagnosi gli hanno ridotto ulteriormente l’aspettativa di vita.

Per i periti “un corretto trattamento diagnostico-terapeutico avrebbe consentito al paziente Purgatori un periodo di sopravvivenza superiore a quanto ebbe a verificarsi. La letteratura scientifica considera il tasso di sopravvivenza a 1 anno in misura dell’80% qualora l’endocardite venga tempestivamente adeguatamente trattata”. Nel documento si afferma che l’endocardite, che fu la causa del decesso di Purgatori, “avrebbe potuto essere individuata più tempestivamente, per lo meno all’inizio del ricovero dal 10 al 23 giugno del 2023, od ancora prima, nella seconda età di maggio 2023 qualora i neuroradiologi avessero correttamente valutato l’esito degli accertamenti svolti l’8 maggio”.

Nel documento riportato dall’Ansa viene poi ricostruita anche la gestione clinica di Purgatori. In riferimento al ricovero effettuato nel luglio del 2023, i periti scrivono che il giornalista di La7 “viene dimesso apparentemente senza visionare i risultati di un prelievo effettuato il giorno 19, dove si rileva la severa anemia che avrebbe controindicato la dimissione… Una catastrofica sequela di errori ed omissioni a partire, per questo aspetto, dalla errata diagnosi di fibrillazione atriale, con conseguente terapia anticoagulante rivelatasi potenzialmente fatale e di fatto controindicata nelle endocarditi, e con totale oscuramento del contesto clinico complessivo”.

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