È morto Giorgio Poidomani. Era vecchio, aveva 93 anni, ma era una quercia. Almeno, a me sembrava così. Fu lui a inventare il miracolo economico con il quale nel 2001 riuscì a rilanciare l’Unità, che era fallita e affondata, per gli errori clamorosi del partito e di chi l’aveva guidata negli ultimi anni. Trovò lo schema giusto, e l’Unità, con Furio Colombo e Padellaro, volò di nuovo, solida e aggressiva. Fu lui, qualche anno dopo, a inventare il miracolo economico del Fatto Quotidiano.
Fu lui a inventare la radio del carcere a Rebibbia e a recarsi nella prigione di Roma, con l’amico Bocconetti, tutte le settimane. Era stato, da giovane, un dirigente d’azienda di prim’ordine. E da ancora più giovane anche un giocatore di rugby. Da vecchio, invece di riposarsi in pensione, si era buttato nella lotta politica e sociale. Col suo stile. Incredibilmente dolce, gentile, convincente.
La prova provata che si può comandare, anche l’economia, senza cadere nella furia e nel cinismo. Non lo vedevo da molti anni. Ma gli volevo molto bene. Perché se lo meritava. Ciao, Poido. Un grande abbraccio ad Anna Maria e alle figlie Federica, Elisabetta e Simona.
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