Nel PD stufi dei ricatti di Conte: “Faremo a meno di lui”

RMAG news

È la classica situazione “Né con te, né senza di te” ma è anche possibile che alla fine Elly scelga il “Senza di te”. Nel Pd l’esasperazione per la guerriglia di Giuseppe Conte monta ogni giorno di più e dopo il ricatto sulla presenza di Renzi in Umbria ed Emilia-Romagna, dopo quello in Liguria finito con la cacciata di fatto di Renzi dall’alleanza, i malumori trapelano.

La segretaria non parla e il suo silenzio è un po’ sconcertante dal momento che era stata lei a imboccare la strada dell’alleanza con Renzi. Quell’intesa che porta adesso il leader dei 5S a proclamare che “il campo largo non c’è più” e a minacciare di sfilarsi nelle elezioni in Umbria ed Emilia-Romagna: “Non siamo disponibili ad affiancare Renzi”. La candidata umbra Stefania Proietti, sindaca di Assisi, segnala che la lista di Iv non ci sarà e non ci sarebbe stata comunque: “Da noi non c’è nessun problema per la coalizione. Con Renzi non ci siamo visti né sentiti ma Iv ha condiviso la mia candidatura”. I candidati renziani entreranno insomma nella lista civica che la candidata sta preparando e chissà se Conte, che ha messo il veto anche sulla presenza travestita dei candidati renziani farà finta di niente fino all’ultimo oppure no.

In Emilia-Romagna De Pascale rivendica l’afflato unitario partito dal basso e Debora Serracchiani lo appoggia: “Bisogna avere più rispetto per il lavoro dei territori. De Pascale sta facendo da mesi un lavoro che ha messo insieme 60 liste. Spero che Conte non dimentichi che il M5s è nato dai territori, dalla base”. Che se lo ricordi o meno Conte, che comunque a quei tempi nel Movimento non c’era, resta tassativo e Bonifazi, per Iv, commenta caustico: “Anche in Emilia-Romagna Conte lavora per la vittoria di Meloni”.

Conte, per la verità, lavora per se stesso. Sa che la sfida con Grillo nell’assemblea costituente sarà più dura di quanto possa sembrare. La vincerà lui, perché ha dalla sua quasi tutto l’establishment del Movimento. Ma stavolta il comico fondatore elevato e garante pare deciso ad andare fino in fondo e in fondo c’è una scissione che in termini di voti potrebbe costare a Conte molto più che non in termini di parlamentari. Il veto su Renzi serve in parte a sfidare una leadership di Elly che non ha alcuna intenzione di riconoscere ma in parte, anzi in buona parte, a parare gli attacchi dei dissidenti con il fondatore in testa. È un gioco rischioso. Se dovesse rompere e provocare la sconfitta la frattura con il Pd diventerebbe insanabile. Se il centrosinistra vincesse anche senza di lui apparirebbe quasi superfluo. In più il rischio di un salasso di voti in caso di scissione che, anche se limitato, ne ridurrebbe il peso specifico nella coalizione è del tutto concreto. A modo suo gioca una partita disperata.

La stessa cosa, però, potrebbe dirsi per Elly. Le bizze di Conte, ma anche i suoi continui scarti politici come il pronunciamento durissimo anti-israeliano senza neppure citare il 7 ottobre di ieri, la mettono in difficoltà da più punti di vista. Senza Renzi rimane del tutto scoperta sul fronte dell’elettorato moderato e non è affatto certo che il progetto di tirare fuori dal cappello un leader centrista pret-à-porter all’ultimo momento, con in pole position il sindaco di Milano Sala, porti a qualche risultato concreto. All’interno del partito i ricatti di Conte rafforzano la minoranza che li denuncia apertamente ma non è affatto l’unica ala del partito a soffrirne. Senza contare il danno alla sua leadership provocato dalle continue sfide di quello che dovrebbe essere il suo principale alleato. Anche per Elly la partita comincia a farsi un po’ disperata.

Renzi, la pietra dello scandalo, non sta messo meglio degli altri protagonisti della sceneggiata. La cacciata dalle liste in Liguria lo aveva già mandato su tutte le furie, figurarsi il rilancio sulle altre Regioni in ballo e dunque, inevitabilmente, anche sulle prossime politiche. Il ritorno nel centrosinistra era la sola strada aperta che gli rimanesse. Certo, si tratta di un leader dotato di grandi capacità manovriere e tra i più inventivi, qualcosa cercherà di inventarsi e forse ci riuscirà pure. Ma il morso della disperazione lo avverte anche lui e anzi più lui di chiunque altro nell’ex campo largo.

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