Nobel per la Pace contro Israele, i premiati giapponesi: “Gaza è come Hiroshima”

RMAG news

“Gaza come Hiroshima”. Un accostamento sconvolgente. Tanto più significativo se a farlo è un neo Premio Nobel per la pace. Giapponese. L’organizzazione antinucleare giapponese Nihon Hidankyo, movimento dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, noti anche come Hibakusha, ha vinto il Premio Nobel per la Pace.

Il riconoscimento è stato assegnato per i suoi sforzi “volti a realizzare un mondo libero dalle armi nucleari e per aver dimostrato, attraverso la testimonianza dei sopravvissuti, che non dovranno mai più essere utilizzate”. «Le armi nucleari devono essere assolutamente abolite – ha commentato Tomoyuki Mimaki, capo dell’organizzazione, durante una conferenza stampa a Hiroshima. – Sarebbe una grande forza fare appello al mondo affinché possa essere raggiunta l’abolizione delle armi nucleari e la pace». Mimaki ha poi paragonato Gaza, «dove vediamo bambini insanguinati», al Giappone di 80 anni fa, subito dopo la Seconda guerra mondiale.

Gaza, dove l’umanità è morta

Dal profilo X di Adele Khdor, Direttrice regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa: “Scene orribili dalla scuola Rufaida a Gaza, dove molte madri e bambini in coda a un punto di trattamento della malnutrizione sono state uccise e ferite in un attacco aereo. Sono stati uccisi anche almeno due operatori sanitari di partner dell’Unicef. Le nostre più sentite condoglianze alle famiglie e ai loro cari. Questo attacco ci ricorda ancora una volta l’immenso tributo che viene inflitto ai bambini e alle madri di Gaza. Non sono bersagli; devono essere protetti in ogni momento. Questi attacchi contro i bambini devono cessare ora”.

Denuncia ancora l’Unicef: “Gli ordini di evacuazione improvvisi nel nord di Gaza e nei Governatorati di Gaza sono profondamente preoccupanti, e ancora una volta costringono decine di migliaia di civili vulnerabili a mettersi in strada. Alle famiglie, compresi i bambini, è stato ordinato di spostarsi a sud, in un’area già fortemente sovraffollata, inquinata, insicura e priva di beni di prima necessità per la sopravvivenza. Le evacuazioni, anche di neonati prematuri che lottano per la sopravvivenza nelle incubatrici e di bambini ricoverati in unità di terapia intensiva, insieme alle continue restrizioni all’accesso degli aiuti al nord e ai bombardamenti incessanti, hanno conseguenze devastanti e inconcepibili, che abbiamo visto ripetutamente. I bambini sono condannati, ancora una volta, a sofferenze, orrori e morte inimmaginabili.

Tre grandi ospedali, tra cui Kamal Adwan, l’unico ospedale con un’unità pediatrica nel nord, sono interessati da questi ordini. La sopravvivenza di pazienti gravemente malati, tra cui 18 bambini secondo il ministero della Sanità palestinese, è messa a rischio. Con l’intensificarsi delle operazioni militari nel nord di Gaza, i bambini sono esposti a gravi rischi di essere uccisi, mutilati, detenuti o separati dai genitori e da chi si prende cura di loro in mezzo al pericolo e al caos costanti. La situazione è particolarmente grave per i bambini con disabilità, condizioni mediche o altre vulnerabilità, il che li espone a un rischio ancora maggiore e rende il trasferimento non solo più difficile, ma anche pericoloso per la loro vita, soprattutto in presenza di pochi, se non nulli, luoghi sicuri dove andare.

La vita dei bambini è ulteriormente minacciata dal fatto che da settimane non è consentito l’ingresso a nord di Gaza dei rifornimenti di base, compresi il carburante e i beni commerciali per rifornire negozi e mercati. Questa è la quarta volta in un anno che alle famiglie di Jabalia è stato ordinato di lasciare le loro case. Molti sono tornati dopo ogni spostamento, incapaci di trovare sicurezza altrove. Essere costretti a fuggire più volte in mezzo a ricorrenti operazioni militari, senza che se ne intraveda la fine, priva i bambini della poca sicurezza e stabilità rimasta loro. Questi bambini rischiano di subire profonde conseguenze per tutta la vita sul loro benessere fisico e psicologico”.

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