Nomine Rai, Conte e AVS si spartiscono il CdA con la destra: “il campo largo non esiste”, Schlein e il Pd isolati

RMAG news

Il riassunto migliore della situazione nel centrosinistra lo regala Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi che assieme a Nicola Fratoianni forma l’Alleanza Verdi-Sinistra: “Il campo largo non esiste”.

E infatti dopo le divisioni sulla politica estera, supporto all’Ucraina in primis, il parallelismo contiano tra Trump e Harris per le presidenziali Usa del prossimo novembre e il ‘no’ alla firma per il referendum sulla cittadinanza dell’ex premier, anche sulla Rai quello che dovrebbe essere il “campo largo” contro la destra va in frantumi.

Chi sono i consiglieri eletti nel CdA Rai

L’ennesima dimostrazione di una alleanza impossibile è arriva questa mattina in Parlamento: alla Camera vengono eletti due consiglieri per il prossimo CdA della tv pubblica, con la scelta ricaduta su Federica Frangi, giornalista del Tg2 in “quota Fratelli d’Italia”, e Roberto Natale, per sei anni presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana (il sindacato nazionale dei giornalisti), eletto in quota AVS col sostegno dei 5 Stelle.

Per Frangi i voti sono stati 174, arrivati da tutte le forze di maggioranza, mentre quelli per Natale 45 su cui sono confluiti i voti del Movimento Cinque Stelle e di Alleanza Verdi e Sinistra. I voti dispersi invece sono stati tre, sei le schede bianche e tre quelle nulle.

Il “campo largo” si spacca

Come era emerso già nella giornata di mercoledì, alla prova dei fatti il “campo largo” si è rotto in Aula. I parlamentari del Partito Democratico, coerentemente con la scelta presa dalla segreteria Elly Schlein, hanno scelto di non partecipare al voto non rispondendo alla chiamata.

Scelta questa condivisa da Italia Viva e da Azione, mentre i 5 Stelle di Giuseppe Conte e AVS hanno infine deciso di esprimere il proprio voto. Una mossa che non è piaciuta, per usare un eufemismo, alla leader Dem: “Il Pd è rimasto sulla posizione che era di tutte le opposizioni fino a ieri. Noi rimaniamo coerenti con l’idea che sia sbagliato rinnovare un consiglio di amministrazione che sostanzialmente è già fuori legge perché il Media Freedom Act europeo è un regolamento già entrato in vigore”.

Le fa eco Maria Elena Boschi per Italia Viva, con Matteo Renzi sempre più posizionato a sostegno dei Dem: “Noi abbiamo condiviso la linea di Elly Schlein – spiega l’ex ministro – quindi non parteciperemo al voto come non parteciperà il Pd. Se anche il Movimento 5 stelle avesse tenuto la stessa linea, oggi la maggioranza sarebbe in difficoltà, invece loro hanno preferito fare accordi con il centrodestra per i posti nel Cda. Siamo abituati a queste scelte un po’ bizzarre da parte dei grillini, spero che smettano di dare lezioni agli altri”.

Conte rompe i patti

Giuseppe Conte difende invece la sua posizione e quella dei suoi deputati. Per l’ex premier “il Consiglio di amministrazione non è una poltrona. Sono funzioni di controllo e vigilanza”.

“Chi non vuole occupare le poltrone in Rai dica ai suoi ‘uscite fuori dalla Rai e abbandonate le poltrone’”, ha aggiunto il leader politico dei 5 Stelle, concludendo: “La riforma della governance della Rai non si può fare in tempi rapidi. E nel frattempo cosa facciamo? Rimaniamo senza cda? Lo lasciamo quindi a Giorgia Meloni e alle forze di maggioranza, senza esercitare neppure quel minimo controllo per il pluralismo e per le funzioni di vigilanza e di controllo?”.

Quanto a Bonelli e alle sue parole sul “campo largo” che “non esiste”, il portavoce dei Verdi è netto nelle sue dichiarazioni: “Se esistesse avremmo una situazione differente. È un lavoro che dobbiamo fare con molta pazienza, ci riusciremo. Abbiamo molti punti in comune, ma sulla Rai abbiamo una valutazione diversa. Noi non riteniamo saggio lasciare a Telemeloni il controllo del CdA”.

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