Omicidio Borsellino, per il depistaggio Presidenza del Consiglio e Viminale responsabili civili nel processo ai poliziotti

RMAG news

Per il depistaggio seguito alla morte del magistrato Paolo Borsellino c’è anche lo Stato sotto accusa. Nell’udienza tenuta oggi a Caltanisetta il gup Davide Salvucci ha accolto la richiesta dei legali della famiglia Borsellino (rappresentati dall’avvocato Fabio Trizzino), ucciso da Cosa Nostra nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992, di considerare la Presidenza del Consiglio e il ministero dell’Interno responsabili civili nel processo che si aprirà contro i quattro poliziotti imputati di depistaggio, per aver mentito al processo in cui si cercava la verità sul falso pentito Vincenzo Scarantino e che fecero parte del pool investigativo “Falcone Borsellino”.

In pratica se i poliziotti Maurizio Zerilli, Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi e Angelo Tedesco verranno condannati per aver dichiarato il falso deponendo come testi nel corso del processo di primo grado sulla gestione del falso pentito Vincenzo Scarantino, dei risarcimenti dovrà rispondere il Viminale e Palazzo Chigi.

Un processo, quello odierno ai quattro agenti (l’udienza preliminare è stata rinviata a novembre per l’inizio della discussione da parte del pm Maurizio Bonaccorso) che nasce a seguito di quello celebrato degli altri tre colleghi Mario Bò, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, poi prescritti: chiamati a testimoniare sulle condotte tenute dai loro colleghi, Zerilli disse 121 non ricordo, Tedesco 100 e Di Gangi 110. Di fronte a questo muro di silenzi, il presidente del collegio Francesco D’Arrigo decise allora di trasmettere gli atti affinché si procedesse nei loro confronti per falsa testimonianza. Convocati in Procura, prima del rinvio a giudizio, i quattro nei mesi scorsi si erano avvalsi della facoltà di non rispondere.

“Nel clima di omertà istituzionale il dibattimento ha consentito di cristallizzare quattro ipotesi nelle quali soggetti appartenenti o ex appartenenti alla polizia di Stato e al gruppo Falcone e Borsellino hanno reso dichiarazioni insincere”, si legge nella sentenza di D’Arrigo.

Nel processo ai quattro poliziotti, il procuratore Salvatore De Luca e il sostituto Maurizio Bonaccorso hanno già sollecitato il rinvio a giudizio degli agenti, sono stati ammessi come parte civile anche il Ministero della Giustizia, il Ministero dell’Interno e la Presidenza del Consiglio dei ministri. Il gup David Salvucci ha invece rigettato tutte le altre richieste avanzate dai parenti delle vittime della strage di via D’Amelio e da Antonio Vullo, l’unico superstite della strage, ma anche quella di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino.

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