Omicidio Chimirri, salgono a 6 gli indagati

Omicidio Chimirri, salgono a 6 gli indagati

Il Quotidiano del Sud
Omicidio Chimirri, salgono a 6 gli indagati

CROTONE – Sono sei gli indagati per il Far West di lunedì scorso nel quartiere Lampanaro. I carabinieri del Nucleo investigativo di Crotone hanno notificato a sei persone l’avviso di accertamento tecnico non ripetibile, che equivale a informazione di garanzia, in vista dell’autopsia sul corpo di Francesco Chimirri, il pizzaiolo e tiktoker 44enne rimasto ucciso durante una violenta colluttazione con un poliziotto.

CHI SONO

Il pm Alessandro Rho ha inizialmente iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio, Giuseppe Sortino, 37enne viceispettore della polizia di Stato, originario di Caltagirone, in servizio alla Squadra Mobile della Questura di Crotone. Il poliziotto risponde anche di possesso improprio dello sfollagente con cui avrebbe colpito la vittima prima dello sparo letale, forse per difendersi da un’aggressione. Di tentato omicidio e lesioni gravissime ai danni del poliziotto è accusato il diciottenne Domenico Chimirri, figlio della vittima, residente a Isola Capo Rizzuto. Domenico Chimirri, di 67 anni, padre della vittima e nonno del ragazzo indagato, Antonio Chimirri, 41enne, e Mario Chimirri, 36enne, fratelli della vittima, tutti residenti nel quartiere Lampanaro di Crotone, sono accusati di lesioni gravissime nei confronti di Sortino. Infine, Bruno Luchetta, 35enne crotonese, l’automobilista con cui la vittima ha avuto un incidente prima del fattaccio, ha ricevuto un avviso di garanzia per favoreggiamento.

L’AUTOPSIA

Gli indagati hanno la facoltà di nominare consulenti di parte perché possano assistere all’esame autoptico che potrebbe svolgersi martedì prossimo. L’incarico al medico legale sarà conferito lunedì prossimo dal pm Alessandro Rho, che coordina le indagini condotte dai carabinieri. L’avviso di accertamento tecnico è stato notificato anche ai familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Andrea Filici e Tiziano Saporito, che hanno annunciato che si costituiranno parte civile. Sortino è difeso dall’avvocata Mariacarmen Pucciano, Luchetta dall’avvocato Aldo Truncè.

LE INDAGINI DEI CARABINIERI

Terminato il sopralluogo degli specialisti del Ris di Messina, i carabinieri hanno adesso un quadro più chiaro della dinamica del fattaccio di lunedì scorso. Scarne le notizie che trapelano da ambienti investigativi. Uno dei nodi da chiarire è sicuramente il movente che ha scatenato l’inseguimento della vittima da parte di Sortino, che con la sua auto Peugeot stava rientrando dalla Sicilia per prendere servizio. Sortino nota che Francesco Chimirri, che guidava un’auto Dacia “Duster” a bordo della quale era anche il figlio, compie manovre incaute lungo la strada statale 106 sorpassando un’altra auto e urtando contro lo specchietto retrovisore.

Lo insegue fino al quartiere Lampanaro e qui ha luogo un alterco con Chimirri, che presto degenera irrimediabilmente. Secondo la versione fornita dall’automobilista con cui la vittima ha avuto l’incidente, versione che non coinciderebbe in toto con gli elementi acquisiti dai carabinieri, i proprietari dei mezzi coinvolti nel sinistro stavano per mettersi d’accordo quando si è inserito nella discussione il poliziotto. Durante la lite, il poliziotto, forse per difendersi da un’aggressione, ha colpito al capo Chimirri con lo sfollagente. Non è ancora chiaro quante persone abbiano aggredito il poliziotto che, a un certo punto, impugna la pistola. Prima di fare fuoco scarrella due volte, ma lo sparo letale raggiunge la vittima al petto. I familiari percuotono violentemente al viso il poliziotto, che riporterà fratture ossee con perdita di denti e gengive. Il figlio della vittima lo colpisce anche a calci in testa e impugna la pistola caduta al suolo per sparare contro di lui ma l’arma si inceppa.

INDAGINI DIFENSIVE

Gli avvocati Andrea Filici e Tiziano Saporito, i legali della famiglia Chimirri, intendono precisare che «dalle informazioni assunte durante le indagini difensive è emerso che al momento dello sparo il poliziotto non era aggredito da più persone». La tesi degli avvocati dei Chimirri è volta, dunque, a sottolineare che l’aggressione da parte di alcuni familiari della vittima ai danni del poliziotto è avvenuta soltanto dopo che quest’ultimo ha colpito al petto, con la pistola d’ordinanza, il pizzaiolo, morto poco dopo in ambulanza durante il tragitto per l’ospedale. La questione non è di poco conto e sembra destinata a divenire uno dei nodi centrali nel corso della vicenda giudiziaria. Soltanto successivamente allo sparo letale – è la tesi degli avvocati Filici e Saporito – si sarebbe consumata l’aggressione al viceispettore Sortino, alla quale parteciperanno più persone. La scena violenta, filmata dai telefonini dai residenti della zona, è divenuta virale sui social.

Il Quotidiano del Sud.
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