Omicidio di Serena Mollicone, la sentenza per la famiglia Mottola: assolti anche in Appello

RMAG news

Anche in secondo grado di giudizio Franco Mottola, la moglie Anna Maria e il figlio Marco sono ritenuti non colpevoli.

La corte d’Assise d’Appello di Roma ha confermato l’assoluzione nei confronti dell’ex comandante dei carabinieri di Arce Franco Mottola e dei suoi familiari nel processo per la morte di Serena Mollicone, la giovane 18enne di Arce uccisa nel 2001 e trovata morta in un boschetto nel centro in provincia di Frosinone il primo giugno di 23 anni fa. Serena Mollicone sparì di casa il primo giugno del 2001 e fu trovata morta dopo tre giorni nel bosco Fonte Cupa nella vicina località Anitrella di Monte San Giovanni Campano.

Le reazioni alla sentenza

La sentenza è stata accolta in un silenzio irreale: Franco e Marco Mottola, visibilmente commossi, hanno abbracciato i loro avvocati. “Sono molto amareggiata. Questa non è giustizia“, è stata invece la laconica reazione di Consuelo, sorella di Serena Mollicone, dopo la sentenza di assoluzione.

Le richieste di condanna

Per Franco Mottola erano stati chiesti 24 anni di reclusione, per la moglie e il figlio 22 anni. A chiedere la pena nel corso della requisitoria è stato il sostituto procuratore presso la Corte d’appello Deborah Landolfi e il sostituto procuratore generale Francesco Piantoni. Avevano chiesto invece l’assoluzione degli altri due imputati, i carabinieri Francesco Suprano, per prescrizione, e Vincenzo Quatrale, perché gli indizi non hanno raggiunto la consistenza di prova.

Il caso Serena Mollicone

Il caso è stato costellato da tantissime zone d’ombra: i sospetti sulle attività di spaccio da parte di Marco Mottola, la lite che quest’ultimo avrebbe avuto con la vittima, i presunti depistaggi che il padre Franco – da Comandante dei carabinieri – avrebbe messo in atto per proteggere il figlio e per non lasciare tracce del presunto omicidio, la porta della caserma dove l’assassino avrebbe fatto sbattere la testa della 18enne (prova cardine dell’accusa, smontata in primo grado) e il suicidio di un militare che sarebbe stato un teste molto importante per i pm, Santino Tuzi.

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