Paderno Dugnano, la confessione del 17enne: “Ho ucciso mamma, papà e mio fratello, mi sentivo oppresso, un corpo estraneo”

RMAG news

Padre, madre e fratellino sono stati ritrovati nella stanzetta di quest’ultimo, uccisi a coltellate. Dopo aver raccontato che era stato lui a uccidere il padre, perché aveva ucciso la madre e il fratellino, l’altro figlio della coppia ha confessato. Ha 17 anni, ha detto di essersi sentito “un corpo estraneo”, di sentirsi “oppresso”. È quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate nei primi interrogatori riportate da diversi quotidiani. Per la strage familiare di Paderno Dugnano, in provincia di Milano, il 17enne è stato arrestato.

Fabio aveva 51 anni, imprenditore edile. La moglie Daniela aveva 48 anni, il secondo figlio della coppia, Lorenzo, aveva 12 anni. Padre e madre erano sposati dal 2012. Di quella prima versione fornita dal 17enne i carabinieri avevano subito riscontrato incongruenze. A chiamare il numero di emergenza 112 era stato lo stesso ragazzino. E già sul posto i militari avevano notato dei particolari che non erano compatibili con quella prima versione. Ancora sconosciute le ragioni che hanno portato alla strage. Il 17enne ha parlato di un “malessere” come messo a verbale dagli inquirenti.

“Non c’è un vero motivo per cui ho ucciso. Mi sentivo un corpo estraneo nella mia famiglia. Oppresso. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio”, le parole del ragazzo riportate da Il Corriere della Sera. “Me ne sono accorto un minuto dopo: ho capito che non era uccidendoli che mi sarei liberato”. Il ragazzo avrebbe dovuto cominciare tra pochi giorni la quinta del liceo scientifico Gadda di Paderno Dugnano. “Non è successo niente di particolare sabato sera. Ma ci pensavo da un po’, era una cosa che covavo. Non so davvero come spiegarlo. Mi sento solo anche in mezzo agli altri. Non avevo un vero dialogo con nessuno. Era come se nessuno mi comprendesse”.

Si trova al carcere minorile Beccaria di Milano per omicidio plurimo. “È davvero troppo presto per capire”, le parole dell’avvocato difensore del 17enne, Chiara Roveda. Sconvolta la comunità, soprattutto chi conosceva la famiglia, descritta come una famiglia felice, di gente per bene. Poche ore prima del massacro avevano festeggiato il compleanno di Fabio.

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