Pale eoliche “selvagge”, una legge per eliminarle

Pale eoliche “selvagge”, una legge per eliminarle

Il Quotidiano del Sud
Pale eoliche “selvagge”, una legge per eliminarle

CATANZARO – Porta la firma del consigliere regionale del Partito Democratico, Ernesto Alecci, la proposta di legge depositata nei giorni scorsi alla segreteria del Consiglio regionale in merito all’uso incondizionato del suolo in Calabria soprattutto per le installazioni di pale eoliche. La legge depositata porta infatti il titolo “Disposizioni urgenti in materia di tutela dell’ambiente e del paesaggio e individuazione delle aree inidonee all’installazione di impianti da fonti rinnovabili”, e rafforza la battaglia già avviata da Alecci alcuni mesi fa con la presentazione anche di una mozione. Nella relazione alla proposta di legge si stigmatizzano «modelli di sviluppo basati sulla proliferazione indiscriminata di impianti con pale eoliche di grandi dimensioni. Impianti che sono consumatori di grandi superfici di suolo e, pertanto, in grado di modificare i panorami e gli ecosistemi delle nostre città e dei territori agrari a causa dell’ingente numero degli aerogeneratori installati e delle loro ciclopiche dimensioni, con altezze tra i 150 e i 250 metri. La lotta maggiore, di conseguenza, si combatte sul fronte della produzione da energia eolica, classificata fra quelle rinnovabili ma, senza alcun dubbio, colpevole di far pagare un caro prezzo a causa della cospicua erosione di territorio e della negativa incidenza sull’ecosistema, modificando sensibilmente l’ambiente e i paesaggi, compromettendo l’economia agraria».

Secondo Alecci, «la Calabria ha già ampiamente favorito la realizzazione sul suolo regionale di impianti eolici ben oltre le reali esigenze di consumo interno da tale fonte energetica». L’obiettivo della proposta di legge, è quello di «impedire l’irreparabile e devastante assalto degli impianti da fonti rinnovabili sul territorio regionale».

La proposta di legge si compone di quattro articoli, in particolare il primo fa riferimento alle disposizioni urgenti per la sospensione delle nuove installazioni di pale eoliche e progetti di impianti rinnovabili, in attesa dell’individuazione amministrativa delle aree e dei siti idonei e non idonei all’installazione di specifici impianti da fonti rinnovabili, come previsto dal Decreto Ministeriale del 10 settembre 2010 e dalla Legge 22 aprile 2021, n. 53 (Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2019-2020), che «impone alle regioni di individuare tali aree entro sei mesi, nel rispetto delle esigenze di tutela del patrimonio culturale, del paesaggio, e delle aree agricole e forestali, sono sospese le nuove installazioni e i progetti di repowering e revamping non ancora autorizzati per impianti di produzione di energia rinnovabile di ogni tipologia», si legge nell’articolo 1.

«Al fine di evitare l’elusione delle norme di tutela dell’ambiente e del paesaggio attraverso la frammentazione “artificiosa” di progetti di produzione di energia da fonte rinnovabile, riconducibili di fatto a un intervento unitario, si considera un singolo progetto anche in riferimento ad altri progetti della stessa categoria localizzati nel medesimo contesto territoriale e ambientale – si legge invece nel secondo –. Qualora il cumulo di tali progetti determini il superamento della soglia dimensionale fissata dalla legge l’ambito territoriale da considerare è definito da una fascia individuata da un raggio di un chilometro, misurato a partire: dal centro per le opere puntuali; dal perimetro esterno dell’area occupata per le opere areali; dall’ultima installazione collocata sulle estremità del tracciato per le opere lineari. Tale fascia si applica anche sull’asse trasversale del tracciato delle opere lineari». Nelle aree contigue alle aree naturali protette, il raggio è elevato a due chilometri.

Il Quotidiano del Sud.
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