Paolo Villaggio e Fabrizio De André: l’amicizia, Genova, il soprannome Faber, “Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers”

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Paolo Villaggio e Fabrizio De André si incontrarono in montagna, a Cortina. E da quel momento divennero amici. Anche collaboratori. Villaggio – principalmente conosciuto per il poliedrico talento di attore, cabarettista, comico, doppiatore, inventore di personaggi – con il cantautore scrisse anche delle canzoni. Una di queste tra le più note del canzoniere del cantautore. Un legame destinato a durare negli anni, fino agli ultimi giorni di quest’ultimo.

Da quella vacanza a Cortina nel 1948 i due divennero amici. Entrambi di Genova, entrambi talenti artistici nati e cresciuti in famiglie borghesi. A Cortina ci passavano le vacanze estive. Fu proprio Paolo Villaggio a inventare e ad affibbiare l’iconico soprannome Faber, in onore della marca di matite che l’amico preferiva per scrivere e disegnare. Il cantautore disse che l’amico era un “ragazzino incazzato che parlava sporco”. Il primo tifoso della Sampdoria, il secondo del Genoa. Entrambi studiarono al liceo classico e in Giurisprudenza, entrambi mollarono l’università.

L’attore era più grande di otto anni. Erano ancora giovanissimi quando, nel 1962, composero insieme la canzone Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers, una delle più note soprattutto della prima parte della carriera del cantautore. Oltre a questa scrissero insieme anche Il fannullone. Il più grande successo di Paolo Villaggio sarebbe arrivato soltanto nel 1971, Fantozzi. Il primo grande successo di De André, La canzone di Marinella, nel 1969. Prima di diventare famosi suonarono insieme sulle navi da crociera.

Quando De André si ammalò i due non si incontrarono più. Lo raccontò lo stesso Villaggio in un’intervista, preferirono non vedersi negli ultimi giorni, quelli più tragici e tristi. Il cantautore morì l’11 gennaio del 1999. Anche Paolo Villaggio partecipò ai grandissimi funerali che si tennero alla Basilica di Carignano. Raccontò che per la prima volta ebbe invidia di un funerale.