Papa Francesco (e anche il Financial Times) contro la destra anti-Ong: la sinistra saprà darà battaglia?

RMAG news

Anche il Financial Times si occupa dei respingimenti dei migranti da parte dell’Italia. E delle scelte del governo di immobilizzare le navi dei soccorritori. Lo fa pubblicando un ampio articolo nel quale spiega bene quello che sta succedendo e come il governo italiano faccia ostruzionismo contro l’attività delle Ong. In particolare riferisce della decisione di bloccare in porto per 60 giorni la Geo Barents, la nave di soccorso di Medici senza frontiere. E spiega che si tratta di un sequestro, e spiega che il tempo di fermo è lunghissimo, e spiega che è “la ventitreesima volta che il governo blocca una nave del soccorso umanitario”.

Si sa che il giornalismo inglese è compassato e flemmatico. Ma stavolta neanche il Financial Times riesce a trattenere un moto di indignazione. La Geo Barents, spiega il giornale inglese, è stata sequestrata dopo aver salvato 191 naufraghi. E l’accusa del governo è di avere messo a rischio le loro vite. Cioè, la tesi paradossale, è che se incontri dei naufraghi spersi sotto il sole, senz’acqua né cibo, in mezzo al Mediterraneo, devi lasciarli lì, altrimenti rischi di fargli del male. Roba da ricovero in psichiatria. In sessanta giorni la Geo Barents avrebbe potuto realizzare almeno due o tre missioni di salvataggio. E probabilmente avrebbe salvato dalla morte due o trecento persone. Queste persone non saranno salvate.

È omissione di soccorso? Forse è anche qualcosa di più. Questi sono i reati veri dei governanti. Non gli abusi d’ufficio! L’intervento del Financial Times viene a poche ore dal discorso durissimo del Papa, che si è scagliato con passione e foga contro quelli che impediscono ai volontari delle Ong di fare il loro lavoro (il papa li definisce “samaritani”), e dopo che la Cei (cioè i vescovi) hanno deciso di mettere in mare una nave propria adibita ai soccorsi. Il discorso durissimo pronunciato dal Papa ieri era sulle prime pagine dei giornali di mezzo mondo, ma non dei grandi giornali italiani che su questi argomenti non amano i toni forti. In Italia il discorso è stato ripreso dai giornali di sinistra e dai giornali cattolici, ma anche dai giornali ufficiali della destra. È interessante leggere i giornali della destra, perché è evidente che hanno svolto una funzione di supplenza, colmando il vuoto lasciato dai politici di destra che hanno preferito non commentare.

Eppure erano proprio i politici della destra (non solo, per la verità) il bersaglio di Bergoglio. La frase che tutti hanno riportato non lascia spazio a interpretazioni: “Dio sta dalla parte dei migranti, non di chi li respinge”. Che è un atto di accusa formidabile contro il governo, non solo italiano. Per la verità anche i politici di sinistra hanno preferito il silenzio. Forse perché un po’ imbarazzati del passato. Per la durezza della linea Minniti e – i 5 Stelle – per quella foto infamante nella quale Giuseppe Conte esulta insieme a Salvini per l’approvazione dei decreti sicurezza. Insomma è toccato al Giornale, alla Verità e a Libero (diretto dall’ex portavoce del presidente del Consiglio: è la prima volta, in Italia, che il portavoce di Palazzo Chigi diventa direttore di un giornale che, oltretutto, si chiama Libero…) esprimere la linea della destra.

La Verità lo ha fatto in modo onesto. Mandando a quel paese il papa. Il titolo di prima dice: “Bergoglio manda all’inferno chi vuole bloccare i migranti”. E l’occhiello ironizza: “Il papa ha creato l’undicesimo comandamento”. Il Giornale invece è imbarazzato e critica il papa con gentilezza, sostenendo che il Papa sbaglia ma che è suo diritto attenersi a puri canoni morali, senza che questo impedisca alla politica di attenersi a canoni politici che non sempre coincidono con i principi generali del cristianesimo.

Libero invece sbarella. Dice che il Papa ha ragione e sostiene che il Papa nel suo discorso se l’è presa con gli scafisti. Difficile capire se è buonafede accompagnata da totale incapacità giornalistica – o addirittura da difficoltà di lettura dei testi – o se è fedeltà – o obbligo di fedeltà – alla Meloni. La quale si guarda bene dall’intervento. È chiaro che stavolta Bergoglio ha lanciato in piccionaia un sasso grosso. Ha delineato una linea culturale, ispirata al cristianesimo ma anche alle idee liberali e socialiste, del tutto incompatibile col pensiero e le strategie reazionarie della destra. La domanda è se su questa incompatibilità tra due civiltà diverse nascerà un conflitto, con tutte le conseguenze del conflitto, o se il Papa resterà voce drammatica e isolata. Molto dipenderà dai partiti di sinistra. Si decideranno a dare battaglia, anche a costo di perdere qualche voto?

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