Pedro: il campione che ha vinto tutto decide Lazio-Empoli, ancora prontissimo a 37 anni, un esempio

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Per quanto si possa darli per spacciati, li trovi sempre lì, lì nel mezzo, o sulla fascia, o insomma da quelle parti. Passano gli anni e le stagioni, le sessioni di calciomercato o le aste del Fantacalcio, ma niente: non se ne vanno, in qualche modo resistono. Li chiameremmo i “resilienti” se la definizione non fosse stata così abusata in questi anni, arrivando a comparire persino nel piano che dovrebbe salvare l’economia dell’Europa. Ma alla fine quello sono. Calciatori, allenatori, altri attori del mondo del pallone messi in discussione una volta sì e un’altra pure, a volte gratuitamente, a volte a ragione, che però non mollano. E li trovi sempre lì, a dirlo con i piedi e con il fiato: eh già, io sono ancora qua, come canta Vasco Rossi. Questa rubrica è dedicata e ispirata a loro.

Pedro Pedro Pedro, Pedro Pe’, tornerò da te: tornerà da lui, a sceglierlo, a buttarlo dentro Marco Baroni, che lo ha detto che non gli piace parlare di turnover e cambi. “Io non alleno 11 giocatori ma 24”. E se poi lo sai che si ti volti, guardi in panchina, e lo vedi che puoi contare su un satanasso che ha vinto tutto, ma tutto per davvero, ancora meglio. Il mister Baroni lo ha detto nello spogliatoio che i giovani devono guardare lui, a Pedro Rodriguez Ledesma. Non soltanto i giovani, ha aggiunto il capitano Mattia Zaccagni.

Al 73esimo fuori Gustav Isaksen, dentro lui. Al vantaggio di Esposito per l’Empoli aveva risposto Zaccagni. 1 a 1, partita impantanata. Appena tre giorni prima, contro il Nizza in Europa League, Pedro era partito titolare. Aveva aggredito un pallone respinto in qualche modo in area, lo aveva spedito in rete con una fucilata di collo sinistro. Primo gol in stagione. “Volevo fare gol anche per me, per prendere fiducia e dimostrare che ancora posso stare là e aiutare la squadra”. E infatti: Baroni lo ha buttato dentro nel finale. All’84esimo, transizione offensiva, palla pulita e filtrata nello spazio da Taty Castellanos, Pedro che controlla, entra in area, destro forte sul primo palo, palla sotto la traversa. Altri 3 punti e Lazio al terzo posto a 13 punti.

Finora 21 goal fatti e 12 subiti in nove partite tra Serie A ed Europa League. La squadra rivoluzionata in estate, in una nuova era con l’arrivo di Baroni in panchina, comincia a convincere anche gli scettici. Pedro invece non deve convincere nessuno. È l’ultimo a giocare ancora in Europa dell’ultimo grande Barcellona di Pep Guardiola, quello della Champions League vinta 3 a 1 a Wembley col Manchester United. E altre due Champions, cinque Liga, tre Coppe e quattro Supercoppe di Spagna, una Premier League con il Chelsea, una Coppa d’Inghilterra, due Mondiali per club, un’Europa League, un Mondiale, un Europeo. Anna Falchi, la showgirl super tifosa della Lazio, lo ha definito il suo grande amore calcistico. E scusate se è poco. Da contratto è il suo ultimo anno alla Lazio. A fine stagione si vedrà. Per il momento è ancora lì. Ancora pronto.

 

 

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La classifica di Serie A alla settima giornata

Sconfitta del Milan in casa della Fiorentina nel posticipo. Pareggio della Roma con il Monza. A valanga l’Atalanta di Gasperini, che forse sta trovando le misure, sul Genoa. Due casi alla Juventus. La squadra sta oleando i meccanismi, sale bene, difende ancora meglio ma Dusan Vlahovic sembra ballare sempre su un filo sottilissimo tra la consapevolezza e la caduta: ieri un gol divorato clamorosamente. Douglas Luiz, il grande colpo della campagna estiva, ha causato il rigore che ha portato all’1 a 1 finale contro il Cagliari. L’Inter intanto è risalita al secondo posto dopo aver battuto il Torino, pur subendo due gol dai Granata in dieci uomini. Il Napoli di Antonio Conte guida la classe a 13 punti. Si va alla seconda pausa stagionale, si torna in campo tra due settimane.

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