Perché Giovanni Toti resta ai domiciliari, per il gip rischio di reiterazione del reato per il governatore ligure

RMAG news

Giovanni Toti resta agli arresti domiciliari. Il presidente della Regione Liguria, arrestato lo scorso 7 maggio nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura di Genova sui legami tra il governatore, accusato di corruzione e voto di scambio, e imprenditori e dirigenti del porto, si è visto respingere l’istanza di revoca presentata dal suo legale Stefano Savi 

Per il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, in sostanza, finché resta presidente della Regione Toto potrebbe commettere reati dello stesso tipo di quelli che gli contestano i pm, col rischio di inquinamento probatorio che permane “in modo attuale e concreto”.

Perché Toti resta ai domiciliari

In particolare per il gip Faggioni il rischio di inquinamento probatorio permane “in modo attuale e concreto”, scrive nell’ordinanza con cui ha rigettato la richiesta di revoca dei domiciliari.

Le indagini – si legge nell’ordinanza, riportata dall’Ansa – sono in pieno svolgimento e, in particolare, sono in corso le audizioni di funzionari e dirigenti della Regione Liguria a conoscenza dei fatti per cui si procede, i quali ben potrebbero subire dall’indagato condizionamenti o pressioni per rendere una conveniente ricostruzione degli eventi“. Tale rischio “si profila, chiaramente, in modo particolarmente elevato ove l’indagato riprenda l’esercizio delle funzioni svolte“.

Faggioni fa anche esplicito riferimento alla elezioni regionali in Liguria, previste nel 2025. Scrive infatti di una “permanenza del pericolo” che Toti “possa reiterare analoghe condotte, peraltro ritenute pienamente legittime e corrette dal predetto, in vista delle prossime competizioni elettorali regionali del 2025 (o di ulteriori eventuali competizioni elettorali), per le quali aveva, peraltro, già iniziato la relativa raccolta di fondi”.

Pericolo “vieppiù concreto”, aggiunge ancora il gip, se si considera che Toti “continua tuttora a rivestire le medesime funzioni e le cariche pubblicistiche, con conseguente possibilità che le stesse vengano nuovamente messe al servizio di interessi privati in cambio di finanziamenti”.

I “comportamenti elusivi” di Toti

Il giudice Faggioni si concentra su quello che definisce “comportamento elusivo” tenuto dal governatore ligure nel corso delle indagini, “in cui i ha sempre cercato di scegliere luoghi “riservati” (la barca degli Spinelli o la casa di abitazione di Aldo Spinelli) al fine di scambiarsi reciproche richieste di favori, evitando di affrontare certi argomenti in pubblico. Particolarmente significative sono altresì le cautele adottate in occasione degli incontri in barca, che avvenivano previo allontanamento di tutti i telefoni degli interlocutori, come osservato direttamente dalla Guardia di Finanza, modalità adottata anche in occasione dell’incontro con l’imprenditore Moncada all’interno dell’ufficio del presidente della Regione“.

Inoltre, quando gli incontri avvenivano in luoghi pubblici, scrive Faggioni “venivano scelti appositamente locali meno frequentati o comunque idonei ad eludere gli accertamenti investigativi”.