Ponte e inchiesta Dda, incroci pericolosi a Reggio Calabria

Ponte e inchiesta Dda, incroci pericolosi a Reggio Calabria

Il Quotidiano del Sud
Ponte e inchiesta Dda, incroci pericolosi a Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA – Ponte sullo Stretto, il Comune di Reggio ascolta la voce del popolo e lo fa oggi nella seduta straordinaria del consiglio comunale aperto con all’ordine del giorno un unico punto: “Ponte sullo Stretto – Prospettive e ricadute su Reggio Calabria e la sua Città metropolitana”. Ma ci sono una novità e una sorpresa dell’ultim’ora. La novità è di carattere logistico-organizzativo: anche se le previsioni dicono altro, a causa dell’«attuale incertezza delle condizioni meteorologiche, il cui repentino peggioramento potrebbe pregiudicare il corretto svolgimento dei lavori», l’amministrazione comunale sposta la sede dell’assise aperta al contributo dei cittadini. Non più piazza Italia, ma la tradizionale aula consiliare “Piero Battaglia” di Palazzo San Giorgio.

La sorpresa è, invece, di carattere politico. Forza Italia non ci sarà. Un’assenza polemica legata ai risvolti dell’inchiesta “Ducale”, di Ros e Dda, che tra gli indagati per voto di scambio politico-mafioso durante le comunali e le regionali del 2020 e 2021 vede il sindaco Giuseppe Falcomatà (Pd), il capogruppo regionale di Fdi, Giuseppe Neri, e il capogruppo comunale del Pd, Giuseppe Sera (LEGGI LA NOTIZIA). Per il gruppo consiliare di FI quella di oggi non è altro che «l’ennesima parata dell’ipocrisia mentre altro di ben più importante sta accadendo in città». Gli azzurri non rinnegano le più volte rivendicate posizioni garantiste (espresse anche dal parlamentare reggino Francesco Cannizzaro a botta calda), ma non ritengono opportuna la partecipazione al consiglio di oggi.

«Al contempo, tuttavia, la gravità del non certo primo episodio giudiziario che ha investito l’amministrazione Falcomatà e soggetti limitrofi in tutti questi anni, a nostro modo di vedere, toglie significato e priorità a qualsiasi altro argomento – chiariscono i consiglieri comunali Federico Milia, Antonino Maiolino e Roberto Vizzari – È privo di senso parlare di Ponte in un momento così delicato per la nostra realtà. Le indagini in corso a carico di alcuni esponenti del partito che governa Reggio da anni, nonché del primo cittadino, non possono lasciarci indifferenti, e non dovrebbero lasciare indifferente neppure gli altri componenti del consiglio comunale reggino». Una scelta, quindi, «in segno soprattutto di rispetto verso i cittadini reggini».

Davanti alla richiesta degli atti dell’indagine da parte della commissione parlamentare antimafia e al paventato rischio di commissariamento del Comune, il gruppo forzista chiede a Falcomatà di fare un passo indietro. «Ancora una volta vediamo il nome della nostra splendida città balzare agli onori delle cronache nazionali per questioni di cronaca giudiziaria, nonostante gli enormi sforzi compiuti dalla Regione e dalla Deputazione per portare Reggio fuori dal tunnel – commentano i berlusconiani – Con i fari degli organi parlamentari d’inchiesta puntati su questo ennesimo episodio, con il rischio quindi di un possibile commissariamento del Comune, il nostro appello al sindaco è di dare ascolto al buon senso dimettendosi prima che la città ricada in un dramma già vissuto. Dimettersi sarebbe da parte sua un grande atto di responsabilità per Reggio e per i reggini».

Parlano invece di «assurda macchina del fango» e di «gioco al massacro» i consiglieri metropolitani della maggioranza di centrosinistra che fanno quadrato attorno al sindaco «vittima di un’assurda tempesta mediatica». Cordone sanitario montato anche dai gruppi comunali di Italia Viva e La Svolta.

Il Quotidiano del Sud.
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