Preferenze elezioni europee 2024, i top e i flop delle urne: boom di Meloni e Vannacci a destra, a sinistra Salis e Decaro

RMAG news

Campioni di preferenze, ma anche delusioni e qualche flop. È la battaglia che si è tenuta nelle urne delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno in Italia. Un voto che ha visto le vittori nette delle due “leader del nuovo bipolarismo”, da una parte Giorgia Meloni e dall’altra Elly Schlein, una rediviva Forza Italia e una Lega che pur in affanno in tiene. Tra gli sconfitti, senza appello, il Movimento 5 Stelle di Conte e il fronte centrista/riformista formato da Azione e Stati Uniti d’Europa, entrambi sotto la soglia del 4 per cento, mentre spicca il risultato di Alleanza Verdi Sinistra, trainato da candidature mediaticamente forti come quella di Ilaria Salis.

Vediamo dunque nel gioco delle preferenze, i risultati “top e flop” dei vai partiti presenti sulla scheda elettorale.

Partito Democratico

Recordman di preferenze nel Partito Democratico è il sindaco uscente di Bari Antonio Decaro. Il primo cittadino oltre 490mila voti (di cui 350mila nella sua Puglia) e sposta gli equilibri nazionale: nella circoscrizione Sud il Pd è infatti il primo partito, unica circoscrizione in cui è davanti a Fratelli d’Italia.

Decaro fa meglio della capolista Lucia Annunziata, che raccoglie circa 240mila preferenze. Altri grandi risultati arrivano dal governatore dell’Emilia Romagna e presidente del Partito Democratico Stefano Bonaccini, che sfiora i 380mila voti, di cui 250mila nella sua regione. Nel Nord Ovest, dove c’era una interessante sfida con Ilaria Salis, Cecilia Strada raccoglie circa 260mila voti: nello stesso collegio ottiene quasi 200mila voti il sindaco uscente di Bergamo Giorgio Gori, secondo solo alla capolista Strada.

Quanto alla segreteria Dem Elly Schlein, candidata al Centro e nelle Isole, per lei le preferenze sono poco oltre le 200mila. Tra le delusioni in casa Pd c’è sicuramente Marco Tarquinio, l’ex direttore di Avvenire candidato come indipendente al Centro: forte delle sue posizioni pacifiste, ma anche contrario ai diritti civili, ha ottenuto solo 27mila voti ed è destinato a restare fuori dal Parlamento europeo.

Alleanza Verdi Sinistra

In Alleanza Verdi Sinistra, che supera il 6% a livello nazionale e ottiene il titolo di “sorpresa” del voto europeo in Italia, è Ilaria Salis il volto della campagna elettorale. La maestra milanese detenuta per 15 mesi in carcere in Ungheria, candidata nel Nord Ovest, dove è capolista, e nelle Isole, supera i 164mila voti.

Tra i rossoverdi, l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano ha preso oltre 150mila preferenze nelle tre circoscrizioni in cui era candidato: 74mila solo nel Mezzogiorno. AVS è anche la lista più premiata dal voto dei fuorisede alle elezioni europee: raccoglie infatti il 40,7% di voti, seguita dal Pd a 26,6%, Azione al 9,7%, Movimento 5 Stelle al 7,7%. Staccato il centrodestra: il primo partito è Fratelli d’Italia, che raccoglie circa il 3,5% delle preferenze, Forza Italia il 2,4% e la Lega è sotto l’1%.

Fratelli d’Italia

Il dato finale di Fratelli d’Italia, che sfiora il 29 per cento, non può prescindere dal plebiscito per Giorgia Meloni, che aveva trasformato con la sua candidatura come capolista questa tornata elettorale in un referendum su sé stessa.

Giorgia Meloni detta ‘Giorgia’ supera infatti due milioni e 300mila voti di preferenza. Non sono ancora scrutinate tutte le sezioni e Meloni ha già 582mila voti nel nordovest, 466mila nel nordest, 418mila nel centro, 475mila nel sud e 190mila nelle isole.

Forza Italia

Forza Italia si conferma un partito in forma, nonostante fosse dato per morto dopo la scomparsa del suo fondatore e leader Silvio Berlusconi. Merito anche di Antonio Tajani e della sua candidatura di bandiera: il segretario e vicepremier candidato in tutte le circoscrizioni, tranne le Isole, raccoglie circa 390mila voti.

Al Sud ottiene il risultato migliore, con oltre 140mila preferenze. In Sicilia e Sardegna, le urne premiamo l’assessore siciliano Edy Tamajo, che supera la capolista Caterina Chinnici; a Nord Ovest invece non brilla la candidatura di Letizia Moratti, che è terza con 36mila voti.

Lega

È indubbiamente un successo la candidatura di Roberto Vannacci, il generale dell’esercito su cui Matteo Salvini aveva puntato moltissimo per non subire il sorpasso da Forza Italia. Circostanza questa che non è accaduta, ma il Carroccio riesce a migliorare il dato delle Politiche di due anni fa.

Quanto a Vannacci, il generale supera il mezzo milioni di preferenze: a sceglierlo è soprattutto il Nord Ovest dove ottiene quasi 180mila voti, ne prende meno di 140mila nel Nord Est, dove la classe dirigente locale della Lega gli aveva apertamente negato l’appoggio. Più basso il riscontro per lui al centro (meno di 95mila voti), al Sud (70mila) e soprattutto nelle Isole (34mila)

Azione e Stati Uniti d’Europa

Bocciati dalle urne Azione e Stati Uniti d’Europa, i due partiti-liste di centro riformista che fanno parte del gruppo di Renew in Europa.

Nella bocciatura complessiva della lista di scopo Stati Uniti d’Europa, Matteo Renzi ha preso meno di 190mila preferenze nelle quattro circoscrizioni in cui si è presentato; Emma Bonino, che era capolista nel Nordovest e seconda al Centro, ne ha ottenuti in totale 60mila. Quanto a Carlo Calenda, nelle cinque circoscrizioni il leader di Azione ha superato di poco i 70mila voti totali.

Movimento 5 Stelle

Unico nome ad emergere nel Movimento 5 Stelle, che con i centristi è il chiaro sconfitto di questa tornata elettorale, è quello dell’ex presidente Inps Pasquale Tridico. Voluto personalmente da Giuseppe Conte, ha raccolto nella circoscrizione Sud 115mila preferenze.