Raffaele De Simone, il giovane pizzaiolo napoletano è tornato in Italia dopo il grave incidente avuto in Brasile. La sorella: “Vogliamo la verità”

RMAG news

Una caduta di 4 metri da un muretto, 400 centimetri che hanno trasformato un sogno in incubo. Un incidente che ha cambiato per sempre la vita di Raffaele De Simone e della sua famiglia. Il giovane napoletano di Casalnuovo (località dell’area Nord in provincia di Napoli) si trovava in BrasileRio de Janeiro per aprire e avviare una pizzeria. Il 30enne, infatti, ha lavorato come pizzaiolo a Berlino, città dove ha vissuto per 19 anni. Poi, lo scorso aprile, la tragedia, il ricovero in terapia intensiva a causa dei traumi riportati alla colonna vertebrale e lo stato di coma. A tutto questo si è sommata l’impresa che sua sorella, Leandra De Simone – assistita dagli avvocati Claudio Cerciello e Domenico La Gatta dello studio legale CLG Legal Partners – ha dovuto compiere per far tornare Raffaele in Italia, a casa.

Raffaele De Simone, giovane pizzaiolo napoletano vittima di un incidente in Brasile

Questa mattina, infatti, il giovane è atterrato all’aeroporto di Roma – Ciampino, grazie a un volo messo a disposizione dell’Aeronautica Militare, in coordinamento con la Farnesina, con il sostegno della Regione Campania che ha provveduto a pagare il team e i dispositivi sanitari indispensabili per il viaggio. “Dicono che mio fratello è caduto da una piscina a sfioro che si trova all’interno di un cortile privato – ha dichiarato Leandra De Simonema non abbiamo ancora la certezza della dinamica, non siamo ancora sicuri che sia caduto li“. Per la famiglia De Simone, oltre al danno anche la beffa. Il 30enne, dopo essere stato ricoverato presso l’ospedale di Rio de Janeiro, è stato trasferito nella clinica specialistica Gloria D’Or che ha presentato alla famiglia del pizzaiolo un conto da 350mila euro.

Il ritorno in Italia di Raffaele De Simone

L’ospedale privato che ha curato mio fratello dal 24 aprile e ad oggi ha presentato una fattura di oltre 350 mila euro – ha spiegato Leandra De Simone una cifra assurda per me che sono una semplice impiegata. Tutta questa storia è un incubo, ad aprile ci siamo ritrovati a dover interagire con uno stato estero situato dall’altra parte del mondo ed una legislazione completamente diversa dalla nostra. Inizialmente mi sono sentita abbandonata mentre dall’ospedale mi dicevano che mio fratello non avrebbe superato la notte“. Poi è scattata la solidarietà, grazie “ad una campagna lanciata su Gofundme che ci ha permesso di raccogliere oltre 120 mila euro che sono stati di grande aiuto ma non basteranno, purtroppo, a coprire tutte le spese che abbiamo avuto e a cui andremo incontro. Non ci siamo arresi e devo dire che tutte le persone che vogliono bene a Raffaele mi hanno aiutato tantissimo economicamente e moralmente, di questo sono orgogliosa. Mio fratello è una persona che si fa volere bene da tutti ed in questa circostanza ha ricevuto tanto amore“.

La parcella della clinica di Rio de Janeiro e la campagna solidale

In merito, hanno affermato gli avvocati Cerciello e La Gatta: “Tra le difficoltà principali che abbiamo affrontato vi è l’interlocuzione con un paese estero e le criticità che si hanno per far valere i diritti di un cittadino italiano in uno stato straniero in cui l’ordinamento giuridico è completamente differente dal nostro“, ha detto Cerciello, socio dello studio CLG Legal Partners ed amico di Raffaele. “Era importante far comprendere a tutti lo stato clinico di Raffaele, cercare di indagare su quanto successo e capire appieno tutto quello che accadeva in territorio brasiliano“, ha ribadito La Gatta, anche lui socio dello studio CLG Legal Partners. “La nostra attività non è finita, dobbiamo avere certezze e far luce su tutte le dinamiche del caso. Perché Raffaele era li a quell’ora, cosa stava facendo e chi era presente. Stiamo analizzando tutte le dichiarazioni rese presso le autorità locali“, hanno concluso i legali della famiglia De Simone.

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