Rago, da S. Lucido a New York: «La mia danza tra gioia e sacrifici»

Rago, da S. Lucido a New York: «La mia danza tra gioia e sacrifici»

Il Quotidiano del Sud
Rago, da S. Lucido a New York: «La mia danza tra gioia e sacrifici»

HA INIZIATO a tre anni e oggi è una danzatrice di grande successo, una donna realizzata e felice in quello che è sempre stato il suo sogno: la danza moderna; oggi vive a New York, ma è figlia della terra nobile di San Lucido: lei è Caterina Rago, di professione ballerina di Danza moderna di livello internazionale. Volendo fare una metafora è nella “top ten” della danza moderna. Il successo è arrivato ma è costato tantissimi sacrifici. La sua storia, il suo rapporto con la danza, Caterina Rago da San Lucido, le racconta qui.

«Io sono partita proprio qui da San Lucido – racconta Caterina Rago – in una scuola di danza del posto all’età di tre anni. Questa fortissima passione mi ha poi portato all’Accademia nazionale di danza a Roma dove ho iniziato il mio programma professionale. Qui ho vissuto un periodo durato circa 12 anni. Ho avuto la grandissima fortuna di incontrare Elsa Piperno, pioniera della danza moderna in Italia negli anni 70. Lei mi ha introdotta alla tecnica di Martha Graham. Nasce così la fortissima passione per la tecnica Graham».

Spieghi cos’è la Graham.

«È una tecnica di danza moderna nata da Martha Graham, considerata la madre della Modern Dance americana».

Non sono stati 12 anni di di villeggiatura, di divertimento, con pizze con le amiche, le uscite in discoteca, ma sono stati 12 anni di sacrificio. Mi pare vivesse in un convento di suore per di più a pochi passi dall’accademia. Quindi non troppo libera ma soggetta a regole e orari?

«Assolutamente sì. Io mi sono trasferita a Roma a 11 anni e ho vissuto dalle suore, in questo convento, da sola, senza gli affetti più cari, lontana dalla mia famiglia. Come ci sono riuscita? Diciamo che grazie all’appoggio, ai sacrifici dei miei che mi hanno sostenuto e mi continuano a sostenere in tutto e per tutto, sono riuscita a “sopravvivere”. Ecco, continuare è stato difficilissimo, stiamo parlando di circa trenta anni fa e trent’anni fa non esistevano telefoni cellulari o faceTime, Skype e wattsUp. Ricordo che dalle suore eravamo sempre tanti in fila dietro a un telefono per aspettare il nostro turno e chiamare ai genitori. In quel periodo mi inventavo le scuse più assurde, sostenevo di essere sempre ammalata per far sì che i miei genitori, anche nel cuore della notte, scappassero a Roma per venire da me. Il secondo mio fratello era piccolino, aveva 5 anni. Mamma e papà avevano difficoltà a sistemarlo, ma riuscivano a partire nel cuore della notte per venire a trovarmi e farmi superare il momento di crisi. E’ stato difficile, ed è stato veramente grazie a questa fortissima passione che sono riuscita a superare tutti gli ostacoli. Quando mi trovavo nello studio di danza ero forse la bambina più felice al mondo e ogni altro pensiero lasciava la mia mente».

Caterina Rago in scena

Dodici anni di sacrifici, vinti e superati con la passione. Una grandissima passione. Ma c’è stato un altro momento in cui forse la passione per un attimo ha vacillato. E mi riferisco al suo arrivo a New York, da migrante con la valigia. Doveva esserci una persona da aspettarla in aeroporto ma non si fece trovare. Immagino il suo stato d’animo del momento.

«Racconto. Dopo essermi diplomata e laureata a Roma, presso il biennio specialistico per la formazione dei docenti in discipline coreutiche, ho deciso di specializzarmi sulla sulla tecnica Graham. Ma era necessario trasferirsi a New York. Era il 2007. Il mio arrivo nella città della grande mela è stato una vero e proprio momento di smarrimento. Avevo come punto di riferimento quella che pensavo fosse un’amica che doveva venire a prendermi in aeroporto. Invece non la trovai, mi aveva lasciata per strada. Intimorita e senza conoscere la lingua, era normale avere un momento di panico. Sei in una grande città, sola e con unica cosa a sostenermi: appunto il mio sogno, questa fortissima passione per la danza. Sono riuscita a superare anche quel momento. Mi sono infilata nel primo albergo possibile e il giorno dopo sono riuscita ad arrivare all’accademia di Martha Graham. Ho trovato, per fortuna, con calma, con tanta pazienza, anche le giuste amicizie che mi hanno aiutata a intraprendere questa nuova strada a New York».

Ma anche in questo momento di crisi c’è stato l’aiuto decisivo della mamma..

«Assolutamente sì. I miei genitori, quando sono partita, e poi me lo hanno ripetuto nel corso degli anni, mi hanno sempre detto tua casa è qui, la porta è sempre aperta. Quando vorrai puoi sempre ritornare a casa. Quelle parole mi hanno aiutata, il pensiero che nel momento in cui mi sarei arresa, che non sarei riuscita a raggiungere la meta del mio sogno, ci sono sempre mamma e papà che mi aspettano, c’è sempre una porta aperta a casa mia, devo solo semplicemente prendere un volo e superare l’oceano e c’è un posto che mi aspetta. Questo sicuramente mi ha dato molta forza».

New York, Martha Graham e quindi la scalata verso le posizioni di vertice in questa disciplina, difficilissima peraltro. Ecco, ci racconti. Quali sono stati i momenti più belli di questi anni newyorkesi?

«Beh, sono entrata a far parte della scuola della Martha Graham Center nel 2007 e devo dire che quelli sono stati degli anni molto, molto difficili, perché nonostante fossi già formata e anche molto bene, grazie all’aiuto di Elsa Piperno, lavorando con lei non solo in Accademia ma anche nella sua compagnia di danza, forse non ce l’avrei fatta. Sono arrivata a New York già molto forte caratterialmente, anche tecnicamente sapevo più o meno quello che mi aspettava, però lì la competizione è veramente dura. Ho avuto anche tante esperienze negative. Ricordo che mentre facevamo lezione di tecnica Graham, c’erano tante persone che “spingevano” (tifavano) sperando che magari cadessi o andassi in difficoltà. Insomma, è stato veramente molto, molto difficile. Ma sono arrivate le grandi soddisfazioni. Le più grandi sono state quelle che mi hanno permesso poi di iniziare a lavorare con la Martha Graham Company nel 2018. E lì sono stati successi personali importanti».

Perché?

«Perché non solo mi trovavo nel posto in cui molte persone, molti danzatori ambiscono essere, ma perché io ero nel posto in cui desideravo essere. Come ci sono arrivata? È stata la soddisfazione più grande. Dopo tanti pianti, tante rinunce, tanti sacrifici, iniziare a lavorare con loro è stato sicuramente il momento più bello. Anche aver lavorato con grandissime persone e personaggi che non immaginavo, come una Christine Dakin, che poi ho ospitato per tanti anni attraverso il mio programma di tecniche di danza moderna. Ho lavorato con gente di livello internazionale, con personaggi di fama mondiale, del cinema e dello spettacolo, che da ragazzina ricordavo di leggere proprio nei libri di storia della danza. Quello è stata sicuramente una delle cose più belle».

Caterina Rago, ma che cos’è adesso la sua vita a New York, c’è altro oltre la danza?

«La mia vita a New York è sempre danza, perché attraverso la danza esprimo appieno me stessa. Sono poi riuscita a costruire anche tanto altro. Dopo essere passata attraverso la Martha Graham, mi sono resa conto che in realtà il mio più grande desiderio era quello di dare voce e forma alle mie creazioni, fondando nel 2017 la compagnia che dirigo e con cui continuo a lavorare come danzatrice, direttrice, produttrice. Sicuramente ho anche trovato del tempo per coltivare anche la mia vita privata».

Ecco, a proposito, danza a parte: Caterina Rago trova il tempo per dire: mi manca San Lucido?

«Assolutamente sì. E questa è la ragione perché per cui adesso sono qui. Quando posso e riesco a liberarmi da impegni, cerco sempre di tornare a casa. Perché questo è il luogo in cui mi ritrovo, è il luogo in cui mi riesco a ricentrare come individuo».

Evidentemente non sa stare troppi giorni lontano dalla danza forse per questo a San Lucido ci sono programmati quattro giorni di lavoro con Cristina Rago.

«È un programma di formazione che ho lanciato nel 2016 in collaborazione con Christine Dakin e tantissimi altri direttori e danzatori di compagnie NewYorkesi e quest’anno ospiterò loro proprio qui a San Lucido in questo Summer Intensive che inizierà il 22 luglio nel palazzetto dello sport e culminerà con una mia performance finale il 28 luglio in piazza Monumento».

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