Reddito di maternità, l’ultima provocazione della destra antiaborto: mille euro al mese alle donne per rinunciare

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Una proposta che pare quasi una provocazione. È quella che arriva dal capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri, tra l’altro non nuovo ad iniziative antiabortiste.

Così un disegno di legge presentato dal pasdaran berlusconiano vuole provare ad istituire un “reddito di maternità”, paradosso di una maggioranza che tra i primi provvedimenti ha spinto per smantellare il reddito di cittadinanza.

Cos’è il reddito di maternità

In sostanza il “reddito di maternità” presentato da Gasparri, una proposta articolata in due soli articoli, prevede di versare un assegno da mille euro al mese, per una durata di cinque anni, alle donne che ricorrono all’aborto per questioni economiche e spingerle così a rinunciar all’interruzione di gravidanza.

Due le condizioni per accedere alla misura: avere un Isee non superiore ai 15.000 euro l’anno ed essere cittadine italiane residenti in Italia. Inoltre, “per ciascun figlio successivo al secondo è prevista una maggiorazione di importo pari a 50 euro mensili, fino al compimento del 5° anno di età. Per ciascun figlio con disabilità spetta una maggiorazione pari a 100 euro mensili, fino al compimento del diciottesimo anno di età”.

E i soldi? Per finanziare il “reddito di maternità” Gasparri prevede di istituire un fondo presso il ministero dell’Economia di 600 milioni, ma non ne è chiara la provenienza, viste le casse vuote dello Stato.

La battaglia della destra sull’aborto

La proposta Gasparri va letta nell’ottica di una battaglia, a tratti subdola, della destra contro il diritto all’aborto. Un provvedimento del governo Meloni aveva già dato il via libera alla presenza nei consultori delle associazioni pro-vita e antiabortiste.

Il disegno di legge, che Forza Italia presenterà la prossima settimana, ha già attirato un coro unanime di critiche dalle opposizioni. Dal Pd la senatrice Cecilia D’Elia parla di “propaganda fatta sulla pelle delle donne, oltre tutto da parte di chi ha abolito il reddito di cittadinanza”.

La capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera, Luana Zanella, sottolinea come “pensare che bastino pochi soldi erogati a donne povere che scelgono di abortire per sostenere la maternità è un’offesa all’intelligenza delle donne e un ulteriore espressione di misoginia di certa classe politica”.

Dai 5 Stelle la vicecapogruppo al Senato Alessandra Maiorino attacca Gasparri: “Pensa di comprare il diritto all’autodeterminazione delle donne offrendoli a quelle che decidono di abortire. L’ennesima boutade offensiva e ultraideologica da parte di chi campa sulle spalle dei contribuenti da 4 decenni”.