Resa dei conti a Kiev, Zelensky fa fuori mezzo governo

RMAG news

Non è un rimpasto, sia pure “mega”. È una resa dei conti. Sono 6 i funzionari ucraini, tra cui alcuni ministri del governo, che hanno presentato le dimissioni, mentre un assistente presidenziale è stato silurato. «Come promesso, questa settimana è previsto un importante rimpasto di governo. Più del 50% del personale del governo sarà cambiato», ha scritto su Telegram il portavoce del presidente, David Arakhamia.

Dimissioni e licenziamenti: chi lascia e chi resta al potere a Kiev

Diversi ministri ucraini avevano già presentato le loro dimissioni, tra cui il ministro delle Industrie strategiche, il ministro della Giustizia e il ministro della Protezione ambientale. Anche il capo del Fondo di proprietà statale ucraino, Vitaliy Koval, si è dimesso, così come i due vicepremier Iryna Vereshchuk e Olga Stefanishyna. Il vicecapo dell’ufficio di Zelensky e uno dei principali collaboratori del presidente, Rostyslav Shurma, è stato nel frattempo silurato, secondo un decreto presidenziale. Zelensky ha ordinato diversi rimpasti dall’inizio della guerra, silurando il suo ministro della Difesa lo scorso settembre, dopo una serie di scandali di corruzione e, più recentemente, sostituendo il suo comandante supremo in seguito alle battute d’arresto sul campo di battaglia.

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha presentato le sue dimissioni in una lettera indirizzata alla Verkhovna Rada (il Parlamento). Lo ha annunciato il capo della Camera Ruslan Stefanchuk su Facebook. Le dimissioni di Kuleba saranno discusse in una delle prossime sessioni plenarie del Parlamento, per lui si ipotizza l’incarico di Ambasciatore a Bruxelles. Secondo Ukrayinska Pravda il suo posto potrebbe essere preso dal primo viceministro degli Esteri, Andrei Sibiga. Fonti citate dal quotidiano dicono che il governo sta preparando altri licenziamenti, ma che il Primo ministro Denis Shmygal rimane in carica. «Abbiamo bisogno di nuova energia». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha spiegato il rimpasto di governo. «Forse il rimpasto è legato in qualche modo a questo nuovo periodo di sfide» – spiega al quotidiano Kyiv Independent Oleksandr Merezhko, presidente della Commissione affari esteri alla Verkhovna Rada. «Abbiamo davanti tempi difficili, un difficile autunno e un difficile inverno».

Come Kuleba, i ministri dimissionari sono tutti figure di primissimo piano: oltre a Oleksandr Kamyshin, il responsabile per le Industrie strategiche (produzione nazionale di armamenti), anche il ministro della Giustizia, quello dell’Ambiente, la vicepremier responsabile per la reintegrazione dei territori temporaneamente occupati, e Olha Stefanishyna, l’altra vicepremier che si occupa invece di Integrazione euro-atlantica. Dimissionario anche Vitalii Koval, capo del Fondo ucraino per la Proprietà statale, dopo le dimissioni del numero due nell’Ufficio del presidente, Rostyslav Shurma, responsabile per l’Economia. Tutto questo sulla scia dell’allontanamento di Volodymyr Kudrytskyi, il capo della compagnia energetica nazionale Ukrenergo, licenziato all’inizio della settimana. Chi esce rafforzato da questa resa dei conti, concordano analisti e fonti diplomatiche occidentali, è il capo dell’ufficio del presidente, Andriy Yermak, che nei giorni ha discusso proprio di questo nella sua visita a Washington, concludendo accordi che prevedono nuovi finanziamenti in cambio di un adeguato “rimpasto” del governo. Un rimpasto che permette al “cardinale grigio” della politica ucraina, di piazzare persone di sua fiducia nei ruoli-chiave.

Nel suo articolo sul Financial Times, Christopher Miller, profondo conoscitore delle dinamiche politiche interne all’establishment ucraino, lo definisce un “reboot” e “il più grande scossone al governo di Kyjiv dall’inizio della guerra”. «Autunno, cadono le foglie e i rami si mostrano nudi». Così, parlando con l’agenzia di stampa russa Tass, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha commentato la notizia delle dimissioni del ministro degli Esteri ucraino. «Un possibile rimpasto nel governo ucraino non avrà alcuna influenza sulle prospettive di ripresa dei negoziati con Kiev». «Non ci sarà assolutamente alcuna influenza. Questo non ha nulla a che fare con le prospettive del processo di negoziazione» rimarca il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. «La nostra agenda è stata piena negli ultimi giorni e non siamo stati in grado di seguire le imminenti dimissioni nel governo ucraino, anche se, naturalmente, stiamo registrando attentamente tutte le informazioni in arrivo», ha aggiunto.

 

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