Ricomincio dai Libri, il direttore artistico Lorenzo Marone: “Siamo eroi, tre fiere a Napoli? Dibattito che ha stancato”

Ricomincio dai Libri, il direttore artistico Lorenzo Marone: “Siamo eroi, tre fiere a Napoli? Dibattito che ha stancato”

Si ricomincia dai libri, sempre, e dal solito dibattito: un convitato di pietra stantio, anche stancante a quanto pare, irrisolvibile almeno al momento. Dal 27 al 29 settembre si terrà la decima edizione di “Ricomincio dai Libri”, fiera del libro di Napoli, città che in questo ambito si distingue per vantare tre fiere del libro nel giro di pochi mesi e due nel giro di poche settimane. “Voglio ricordare che non abbiamo finanziamenti e che da dieci anni siamo gli unici ad avere sempre l’ingresso gratuito”, dice all’Unità il direttore artistico Lorenzo Marone, scrittore – l’ultima sua opera è Pennablù, una piccola storia buffa (Marotta & Cafiero Editore), per il settimo anno alla guida dell’evento più longevo dei tre napoletani.

Si terrà anche quest’anno, come lo scorso e il prossimo, all’Archivio di Stato, nel cuore del Centro Storico. Tre giorni di presentazioni, dibattiti, performance, reading, podcast. Ci saranno, tra gli altri, Maurizio De Giovanni, Daria Bignardi, Cristina Cassar Scalia, Giancarlo De Cataldo, Natangelo, Maria Grazia Calandrone, Diego De Silva, Valeria Parrella, Sabrina Efionayi, Ugo Barbara, Vinicio Marchioni, Nicoletta Verna, Antonio Franchini, Dario Sansone, Massimiliano Virgilio, Giuseppe Cloza. “Ricomincio” fa cifra tonda. Dieci come i comandamenti, gli anni dell’epopea omerica, come il “nostro piccolo grande Re”, el diez, Diego Armando Maradona.

È un’edizione speciale questa, la decima?

Sì, siamo pronti, come al solito. Ormai il nostro è un meccanismo rodato, che funziona. I preparativi sono stancanti ma alla fine il riscontro è sempre positivo dopo tutti gli sforzi.

Com’è cambiata la sua visione dell’ambiente letterario tramite quest’esperienza?

Già la mia carriera di scrittore mi aveva fatto girare e conoscere tanti colleghi, autori, case editrici e uffici stampa. Questa esperienza mi ha permesso di conoscere altri scrittori ancora che non avevo mai conosciuto di persona, come Michela Murgia.

Com’è cambiata e se è cambiata la sua idea di Napoli con quest’esperienza, ha capito qualcosa in più della sua città?

Dal 2018 è cambiata molto. I flussi turistici sono aumentati, arrivano visitatori tutto l’anno. Alcuni quartieri del centro storico, anche difficili come i Quartieri Spagnoli e la Sanità, stanno subendo una trasformazione positiva. Sono diventati più sicuri e più visitati. Abbiamo sempre le solite pecche: basta pensare al sistema dei trasporti che non è degno di una metropoli italiana. Con quest’esperienza ho capito che organizzare a Napoli è pressoché impossibile. E che siamo degli eroi. Non abbiamo mai ricevuto alcun aiuto economico, anzi un anno abbiamo dovuto pagare l’occupazione del suolo pubblico per la Galleria Principe.

Perché è impossibile?

Non ci sono aiuti politici ed è tutto centralizzato. Delle tre fiere di Napoli, quella principale (Campania Libri Festival, ndr) è finanziata dalla Regione Campania con cifre astronomiche, mi permetto di dire che comunque non riesce a raggiungere il calendario che facciamo noi. Non è solo una questione di soldi ma soprattutto di competenze. Napoli è una città che invece di unirsi si divide, non sarà una particolarità soltanto di Napoli ma qui è ancora più marcata. Sono anni che si discute di fare un discorso unitario ma ci sono troppi interessi e quindi quando vuoi fare una cosa di qualità la devi fare con i tuoi sforzi e con il cosiddetto patrocinio, che sappiamo tutti che non serve a niente.

FOTO DA US RICOMINCIO DAI LIBRI

Il dibattito sulle tre Fiere si è riaperto negli ultimi mesi, si è mosso qualcosa nel frattempo?

Niente, non si è mosso niente. Anzi è un dibattito che secondo me ha anche stancato. Quello che si poteva fare abbiamo provato a farlo, anche io personalmente. Non credo ci sia una volontà di fare un’unica cosa e quindi andiamo avanti così. Che poi potrebbe anche essere una possibilità: potremmo avere tre Fiere nell’arco di un anno invece ci troviamo due eventi nel giro di due settimane. È grottesco. E ridicolo. Purtroppo andiamo avanti ognuno per la propria strada. La nostra poteva essere la Fiera adottata dal Comune. Con il sindaco abbiamo parlato molto, abbiamo anche litigato qualche anno fa, ma non c’è un reale interesse a intervenire per far diventare questa fiera del libro ancora più importante.

Sogna di portare un ospite in particolare alla sua Fiera?

I miei scrittori preferiti sono venuti davvero tutti. Il mio sogno sarebbe un grande ospite internazionale, ma per fare questo ci vorrebbe oltre a uno sforzo economico anche una serie di incastri favorevoli nel calendario. Vorrei allargare di più, anche se non è mai mancata, alla saggistica.

Perché “Ricomincio dai libri”, negli anni dell’intrattenimento e dell’approfondimento intestato più a serie tv e cinema: perché i libri?

Non userei la parola intrattenimento. La lascerei alle serie tv e ai film che diventano sempre più scadenti. Credevo di essere diventato vecchio, perché non trovavo più niente di interessante in tv o in streaming, ma poi anche altri mi hanno confermato che la qualità scende sempre di più. Arriviamo da 30 anni di de-culturizzazione dall’avvento di Berlusconi, l’intrattenimento ha sostituito la cultura, la Rai è andata dietro a tutto questo e con i social è andata ancora peggio. Il libro rimane invece un pilastro. Non è intrattenimento: è cultura, è la formazione del libero pensiero, della conoscenza. Quello che manca ai giovani è proprio la proprietà di linguaggio, la capacità di restare nella storia, di formulare un proprio libero pensiero e di metterlo su carta. Un libro ti dà la possibilità di comunicare con gli altri, di formarti e di esprimere le tue idee. Si contrappone a quest’era di intrattenimento puro. Richiede impegno, richiede tempo, che non è vero che non esiste: lo sprechiamo, ma c’è sempre.

FOTO DA US “RICOMINCIO DAI LIBRI”

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