Sfregio alle Dolomiti: la scritta “Tourists go home” alle Tre Cime di Lavaredo, sul sasso del fossile di dinosauro

RMAG news

Contraddittoria oltre che irrispettosa la scritta comparsa su un sasso ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo, montagna delle Dolomiti, al confine tra Veneto e Trentino-Alto Adige. “Tourists go home”. Espressione dell’insofferenza e della denuncia del turismo di massa che, dopo aver snaturato intere città e aree archeologiche e naturalistiche, dopo aver fatto salire i prezzi delle case e degli affitti per gli autoctoni, oltre che il costo della vita in generale, ha scatenato una serie di manifestazioni critiche sempre più frequenti negli ultimi anni. Non in questo caso però, in cui il gesto è stato unanimemente condannato.

Il gesto è apparso fuori luogo non soltanto a un livello più superficiale, quello del marchio su un sasso parte di un complesso di grande importanza paesaggistica, ma anche considerando che si tratta di un’area di importanza archeologica notevole. Proprio accanto alla scritta si trova infatti un’impronta fossile di un dinosauro del Triassico. La scritta è stata mostrata in un video postato dall’atleta paralimpico Moreno Pesce sul suo profilo Facebook. “Preferisco non commentare, il sasso dove c’è anche l’impronta fossile, non è una sana montagna. Amara questa cosa, per le Tre Cime un risveglio non bello oggi”.

La scritta è stata tracciata con un pennarello indelebile dal colore nero. Le Dolomiti sono tutelate dall’UNESCO. 220 milioni di anni fa si trovava un mare primordiale, Teti, sulle cui spiagge si muovevano dinosauri come l’Eubrontes, un carnivoro al quale sono state attribuite le due orme tridattili, lunghe 30 centimetri, del fossile scoperto nel 1992. Il masso si trova sul sentiero che dal rifugio Auronzo porta al Locatelli, vicino alla chiesetta di Santa Maria Ausiliatrice. Nell’area si trovano anche altri punti di interesse paleontologico.

Il gesto ha raccolto indignazione pressoché unanime. “Il primo che dovrebbe rimanere a casa – ha subito commentato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia – è l’autore di un simile gesto, se confonde la libertà di pensiero con quella di vivere la montagna sfregiando le cime più belle del mondo. Ci troviamo di fronte a un atto assolutamente censurabile”.

La protesta contro il turismo di massa da tempo si rivolge da tempo anche alle mete naturalistiche, come la montagna. A Lavaredo le critiche vanno avanti da anni soprattutto per quanto riguarda la strada a pedaggio, che permette di arrivare in macchina fino al parcheggio sotto il rifugio Auronzo. A luglio la mobilitazione era sfociata in una petizione online, che ha raccolto oltre 35mila firme, per chiudere al traffico privato la strada.

L’associazione Mountain Wilderness si è scagliata anche contro la Fondazione Dolomiti Unesco, accusata di non aver rispettato promesse come quelle della “chiusura del transito delle auto private sulla strada delle Tre Cime di Lavaredo, e la regolamentazione del traffico sui passi”. La scorsa estate alcune scritte simili erano comparse sulla cartellonistica e rocce in Alto Adige, erano rivolte alle destinazioni in alta quota. Gli operatori turistici difendono la presenza dei vacanzieri sul territorio per via dell’indotto economico.

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