Sovraffollamento nelle carceri, perché Nordio è contrario all’emendamento Zanettin

RMAG news

Un articolo del Fatto Quotidiano ha costretto ieri il governo ad una immediata retromarcia circa le soluzioni per risolvere il drammatico problema del sovraffollamento nelle carceri. Il senatore Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in Commissione giustizia a Palazzo Madama, aveva presentato questa settimana un emendamento al dl “Carcere sicuro”, attualmente in fase di conversione, che andava a modificare l’articolo 50 dell’ordinamento penitenziario in tema di “semilibertà”. Al momento è consentito al detenuto, condannato con sentenza definitiva, di espiare la reclusione in regime di semilibertà se la pena non è superiore a sei mesi e se egli non è già affidato ai servizi sociali. L’emendamento, in particolare, alzava la soglia da sei mesi a quattro anni, aggiungendo che il conteggio si sarebbe applicato alla parte rimanente della pena a patto che il detenuto avesse già scontato almeno un terzo di essa oppure metà nei casi più gravi. La decisione sul punto sarebbe stata, come sempre, affidata al magistrato di sorveglianza.

Una previsione di assoluto buon senso che avrebbe alleggerito significativamente la pressione nelle carceri in un periodo come questo dove durante il giorno si registrarono al loro interno temperature insopportabili. Va ricordato, inoltre, che dall’inizio dell’anno si sono suicidate in carcere cinquantasei persone. “Si tratta di un dato elevato rispetto allo stesso mese di luglio del 2023 in cui si registrarono trentasette (con un aumento di diciassette decessi) e 2022 in cui si registrarono trentasei suicidi”, ha affermato il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, L’emendamento a firma Zanettin, che aveva avuto anche l’avallo del vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, anch’egli di Forza Italia, non aveva però fatto i conti con Marco Travaglio che ieri, come detto, ha dettato subito la linea titolando: “Tutti in semilibertà: FI vuole svuotare le carceri”. Immediata quindi la reazione del Guardasigilli Carlo Nordio che, dove aver esercitato una “moral suasion” sui forzisti, è intervenuto in Aula al Senato gettando acqua sul fuoco e affermando che “non esiste un rapporto causale diretto tra il problema dei suicidi in carcere e quello del sovraffollamento”.

E a chi gli chiedeva allora che soluzione avesse pensato, il Guardasigilli ha tirato fuori dal cilindro la carta del commissario straordinario. Essendo sostanzialmente impossibile con le regole attuali realizzare in Italia qualsiasi opera pubblica, pena finire iscritti nel registro degli indagati o sotto la scure di Tar, Corte dei conti, anticorruzione e altre decine di organismi di controllo, ecco quindi il più classico degli ever green: il commissario straordinario con il compito, parole di Nordio, “di attuare in tempi brevissimi il piano nazionale di interventi per l’aumento dei posti detentivi e per la realizzazione di nuovi alloggi destinati al personale di polizia penitenziaria”. “Questo programma edilizio sarà imponente e sarà realizzato speditamente”, ha puntualizzato il Guardasigilli. L’ennesima struttura commissariale è stata subito stroncata dal Pd.

Il ministro dovrebbe applicare ciò che dice di aver scritto per anni nei suoi libri – ha commentato la senatrice Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd – perché sta facendo l’esatto contrario: qualche festa e qualche incontro di partito in meno, ma entri in carcere e veda le reali condizioni di vita e di lavoro in quei luoghi. Non è solo un problema di contenitore e di spazi – ha ricordato Serracchiani, rivolgendosi alla maggioranza presente in Aula – non si tratta solo di costruire nuove carceri per cui ci vorrà tempo, voi state disapplicando le riforme Cartabia, disincentivando le misure alternative, impedendo la giustizia riparativa”. Ad oggi, va sottolineato, il governo ha varato un decreto che non prevede nulla per il sovraffollamento, nulla sulla liberazione anticipata semplificandone solo la procedura che si rivelerà ancora più complicata e burocratica. Al termine del dibattito è comunque intervenuto lo stesso Zanettin: “Con i nostri emendamenti offriamo soluzioni chirurgiche che rientrano nell’istituto della semilibertà, della messa alla prova e della detenzione domiciliare, che escludono automatismi. Ci affidiamo alla sintesi che verrà offerta a livello di maggioranza”.

Sono emendamenti ai quali teniamo, verrà fatta una riflessione nella maggioranza e a livello di Ministero”, ha concluso il senatore vicentino. Ma pare molto difficile una sintesi se il ministro e tutto il suo staff sono sulle barricate. Inevitabile, allora, il ritiro dell’emendamento. Intanto il prossimo 23 luglio sarà discussa alla Camera la proposta di legge del deputato di Italia viva Roberto Giachetti che punta alla modifica del sistema di detrazione di pena per la liberazione anticipata dei detenuti (da quarantacinque a sessanta giorni per ogni semestre di pena scontata). La misura è anche contenuta in un emendamento al citato decreto e Forza Italia ha già manifestato il suo apprezzamento.

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