Spiati i conti di Giorgia Meloni e della sorella Arianna, inchiesta su un bancario di Bari: nella ‘rete’ politici e imprenditori

RMAG news

Mentre ancora non si placano le polemiche sulla presunta centrale di dossieraggio alla Direzione nazionale antimafia e all’indagine della procura di Perugia, si torna nuovamente a parlare di accessi abusivi alle banche dati e di spioni.

Migliaia di conti bancari sono stati spiati da un dipendente della filiale barese di Bitonto di Intesa Sanpaolo, primo gruppo bancario del Paese, ora licenziato in tronco e sotto inchiesta dalla Procura di Bari. A scriverne oggi è il quotidiano Domani, che svela l’inchiesta in corso in Puglia e che vede coinvolti nomi importantissimi della politica, dell’imprenditoria e dello sport.

Chi sono gli spiati

Tra quelli impossibili da non citare vi sono la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sua sorella Arianna, l’ex compagno della premier Andrea Giambruno, i ministri Daniela Santanché e Guido Crosetto, ma anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, i presidenti di Regione Michele Emiliano e Luca Zaia, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e quello di Trani Renato Nitti.

La mole di accessi abusivi sarebbe “enorme”, scrive Domani, circa 6mila. Al dipendente di Intesa Sanpaolo, licenziato in tronco a inizio agosto scorso e finito sotto inchiesta, si è arrivati grazie alla segnalazione di un cliente dell’istituto di credito: insospettito dal numero elevato di accessi al proprio conto, è stato avvisato direttamente dal direttore della filiale, che gli avrebbe confermato la presenza di attività insolite. Di fronte a questa rivelazione, il correntista ha sporto denuncia alle autorità competenti, dando avvio agli accertamenti della procura, supportata dai carabinieri.

L’accesso abusivi ai conti

Da lì si è scoperto un giro ben più ampio e di alto livello, con i politici finiti nel mirino del funzionario-spione. L’uomo sarebbe riuscito ad accedere ai conti della premier e dei parlamentari in quanto Banca Intesa è la tesoriera dei parlamentari: gli accessi sarebbero avvenuti per due anni.

Quanto ai motivi che avrebbero indotto l’ex dipendente ad accedere a tanti conti bancari, non è stato reso ancora nulla.

L’indagine barese si lega così a quella esplosiva di Perugia sul “caso Striano”, il tenente della Guardia di Finanza che avrebbe effettuato migliaia di accesso abusivi alle banche dati della Direzione nazionale antimafia alla ricerca di Sos, Segnalazioni di operazioni sospette, a carico di politici, imprenditori e personaggi dello spettacolo.

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