Stellantis, ombre cinesi su Melfi

Stellantis, ombre cinesi su Melfi

Il Quotidiano del Sud
Stellantis, ombre cinesi su Melfi

In arrivo da Shianghai le prime auto del partner Leapmotor; Stellantis ha acquisito il 20% del marchio cinesi investendo 1,5 miliardi, ma a Melfi affondano

Mentre a Melfi affondano di giorno in giorno le speranze sul futuro dell’automotive c’è una nave salpata da poco dal porto di Shangahai che invece naviga dritta e sicura verso l’Europa con il primo carico di vetture Leapmotor, il marchio cinese di cui Stellantis ha acquisito il 20% con un investimento di 1,5 miliardi. A quanto si apprende il carico in arrivo dalla Cina riguarderebbe due modelli, un Suv ed una citycar a zero emissioni, destinati ad essere immessi nel mercato europeo, in nove Paesi tra i quali l’Italia con una rete di 200 venditori. I punti vendita arriveranno poi a 500 entro il 2026.

Probabilmente si tratta di un ulteriore riflesso di ciò che il segretario Generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega, nell’intervista firmata da Piero Quarto sul Quotidiano del Sud (LEGGI L’INTERVISTA), ha definito come «il dissolvimento del polo dell’auto in Italia». Mega ha anche parlato del fatto che «si è nel frattempo demolito un settore chiave per il Paese e trainante per la regione Basilicata». Del resto i dati diffusi dall’Ania avevano già fatto emergere tratti preoccupanti, prendendo in esame i numeri di un settore chiave come quello della componentistica su cui l’impatto della transizione all’elettrico rischiano di essere molto pesanti: si parla infatti di un dimezzamento della componentistica nei mezzi elettrici. E per i produttori già quest’anno l’industria “dei pezzi” si avvierà a camminare su un piano inclinato con un calo della produzione compreso tra il 20 ed il 40%.

A GIUGNO, CALO DELLE VENDITE DEL 36% RISPETTO AL 2023

Numeri che fanno il paio con le cifre fornite dall’Istat, che a giugno hanno fotografato un calo generale del 36% nelle vendite rispetto allo stesso mese del 2023 ed un calo nel primo semestre di quest’anno del 19,3%. Ma soprattutto la crisi è stata immortalata nell’ultimo rapporto Fim Cisl, che ha isolato a Melfi un dato produttivo sul primo trimestre rispetto all’anno precedente fortemente negativo. Si parla infatti del -50,7%. In termini di volumi quello di Melfi è lo stabilimento che ha perso più auto in Italia, con 25.770 unità in meno rispetto al primo trimestre 2023. Numeri che, se rapportati al periodo pre-covid, cioè al primo trimestre 2019, mostrano come la perdita sia ancora più pesante: -41.819 auto (-62%).
Per quanto riguarda Melfi, come ha ricordato il Segretario Generale della Cgil Basilicata nell’intervista al Quotidiano del Sud, il dramma di questa situazione «è dato dall’età media che è superiore ai 50 anni per cui non c’è ricambio generazionale e ci sono incentivi all’esodo. Questo porta allo spegnimento dello stabilimento».

CALO DEL MERCATO ITALIANO DELL’AUTO DEL 19,2%

A livello generale, sempre l’Istat, ha ricordato che l’industria della componentistica ha segnato a giugno un -25% rispetto allo stesso mese dell’anno prima ed un -16,3% nel primo semestre di quest’anno. Il che ha portato ad un calo del mercato italiano dell’auto del 19,2% e del -19,6% per quel che riguarda quello estero. Il mercato della componentistica si rivela invece double face nella comparazione tra maggio 2024 e lo stesso mese del 2023, con un calo contenuto del 3,6% per l’ estero e quello italiano (che rifornisce anche lo stabilimento di Melfi) che sprofonda invece al -27,3%.

Per quanto riguarda la produzione di vetture Leapmotor al di fuori della regione cinese, al momento si sa solo che la citycar T03 verrà probabilmente prodotta nello stabilimento del gruppo a Tychy, in Polonia, dove nascono già Fiat 600, Jeep Avenger e Alfa Romeo Junior. Una questione che fa sembrare improvvisamente larghe le maglie del nuovo sistema di sussidi per stimolare la produzione presentato il 7 agosto al Mimit dal ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, pensato per premiare le aziende che utilizzano componentistica europea.

Il Quotidiano del Sud.
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