Strage familiare a Nuoro: morti anche Francesco Gleboni e Sanna: figlio di 10 anni e vicino dell’omicida Roberto Gleboni

RMAG news

Non ce l’ha fatta Francesco Gleboni e non ce l’ha fatta Paolo Sanna. Sono morti entrambi, il bambino di 9 anni e il vicino di casa entrambi uccisi a colpi d’arma da fuoco nella strage familiare di Nuoro. Cinque i morti, incluso l’omicida Roberto Gleboni, operaio forestale di 52 anni, che ha ucciso la moglie, la figlia, il figlio e il vicino di casa. I familiari hanno acconsentito alla donazione degli organi. Ancora tutte da chiarire le ragioni che hanno scatenato la violenza. Un vero e proprio rebus per gli inquirenti, non è detto che riusciranno a venirne a capo.

Il bambino è morto prima che fossero concluse le procedure di accertamento della morte cerebrale cominciate ieri sera nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Francesco di Nuoro. La madre di Gleboni, Maria Esterina Riccardi, 83 anni, è ancora in terapia intensiva. Il figlio le ha sparato a casa, in via Gonario Pinna, dopo aver sterminato la famiglia e prima di togliersi la vita. Alla furia omicida è scampato il figlio 14enne dell’operaio, fuori pericolo. Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, avrebbe detto lui agli inquirenti: “Mamma e papà avevano litigato”.

La ricostruzione della strage di Nuoro

La violenza è scattata intorno alle 7:00, al piano terra della palazzina di via Ichnusa a Nuoro. L’uomo ha sparato con una semiautomatica calibro 7.65, regolarmente detenuta. Ha ferito tutti alla testa. La moglie Giuseppina Massetti, 43 anni, e la figlia Martina, di 24, sono morte sul colpo. Sanna era proprietario della casa dove la famiglia viveva in affitto, lui abitava al terzo piano della palazzina. Era sceso al primo piano, ha incrociato Gleboni che ha sparato anche a lui. Dopo essere arrivato a casa della madre, ha sparato anche a lei, ferendola al viso ma non maniera non grave.

Il movente della strage familiare di Nuoro

Si è tolto la vita sparandosi un colpo alla tempia in cucina. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Questura e i carabinieri del Comando provinciale di Nuoro, i magistrati Riccardo Belfiori e Sara Piccicuto, il medico legale Roberto Demontis, che ha subito effettuato un primo esame esterno dei corpi. Sconcerto e dolore nella comunità, colta a dir poco di sorpresa dalla strage, all’oscuro di eventuali dissidi familiari. Anche se cominciano a emergere voci su un’eventuale separazione in vista della coppia. Quello che sembra certo è che l’uomo voleva sterminare la famiglia: ha sparato a tutti alla testa.

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