Strage senza fine, a Biella si è consumato il 42esimo suicidio in cella. E su carceri e migranti il Consiglio d’Europa bacchetta l’Italia

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Un detenuto, di origini romene, si è impiccato alla finestra della sua cella, nel carcere di Biella. Ne dà notizia il sindacato di polizia penitenziaria Sappe. Il corpo è stato trovato durante un passaggio di controllo ordinario, la scorsa notte. “Immediatamente sono scattati i soccorsi nel disperato tentativo di salvargli la vita, ma a nulla sono valsi gli sforzi profusi“, spiega Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sappe. Il suicida era detenuto da un paio di anni circa, non è mai stato protagonista di intemperanze ed ha sempre osservato diligentemente le regole penitenziarie. Pertanto, nulla poteva far presagire una condotta autolesiva da parte sua, aggiunge il sindacalista secondo il quale “episodi simili, in un certo modo, portano con se il fallimento del sistema penitenziario, talvolta incapace di intercettare il disagio dei più fragili che vedono nell’estremo gesto l’unica via d’uscita“.

Detenuto si è tolto la vita nel carcere di Biella

Per il segretario generale del Sappe Donato Capece, “si rendono sempre più necessari gli invocati interventi urgenti: si potrebbe ipotizzare un nuovo sistema penitenziario articolato su tre livelli. Il primo, per i reati meno gravi con una pena detentiva non superiore ai 3 anni, caratterizzato da pene alternative al carcere, quale è l’istituto della ‘messa alla prova’; il secondo per le pene detentive superiori ai 3 anni, in carcere, ma in istituti molto meno affollati per lo sgravio conseguente all’operatività del primo livello e per una notevole riduzione dell’utilizzo della custodia cautelare. Il terzo livello, infine, è quello della massima sicurezza, in cui il contenimento in carcere è l’obiettivo prioritario“.

In Italia 42 suicidi nel 2024

È un vero peccato che un carcere, come quello di Biella, che ha ricevuto così tante attenzioni dall’amministrazione centrale e non solo, si trovi sempre ad affrontare il problema degli altri istituti. Ma a questo punto la questione non è il carcere di Biella. È che c’è una amministrazione non in grado di affrontare i problemi che si verificano, sia a livello di personale che di utenza“. È il commento di Leo Beneduci, segretario generale del sindacato Osapp, al suicidio numero 42 in Italia dall’inizio dell’anno. “È ora che la politica la smetta di designare a capo del dipartimento magistrati a fine carriera che non sanno nulla di polizia e di organizzazione. È ora che a capo della polizia penitenziaria ci sia chi è in grado davvero di gestire una forza di polizia e organizzarla. Ma anche potenziarne le risorse e le capacità“. Beneduci ricorda che “già da tempo l’Osapp a più riprese ha chiesto, sia al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di dichiarare lo stato di emergenza delle carceri italiane“. Il numero dei suicidi nelle carceri della Penisola preoccupa molto il Consiglio d’Europa: una situazione “allarmante” evidenziata da una tendenza negativa osservata dal 2016 e proseguita nel 2023 e all’inizio del 2024.

L’allarme dei sindacati

E sulla quale il governo italiano dovrebbe intervenire “urgentemente“, si legge in un documento reso noto oggi. Ma a finire sotto la lente dell’organismo paneuropeo con sede a Strasburgo è anche la situazione negli hotspot, in particolare quelli di Lampedusa e Taranto. Sui quali sono state chieste a Roma più informazioni al fine di poter valutare se il governo sta prendendo tutte le misure necessarie per garantire condizioni adeguate. Nel documento diffuso oggi il Consiglio d’Europa, esprime preoccupazione anche per il numero di detenuti con disturbi psichiatrici in attesa di essere trasferiti dalle prigioni alle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, e sollecita le autorità a “garantire l’effettiva applicazione del quadro giuridico nazionale che vieta la detenzione di minori non accompagnati” negli hotspot. Sui suicidi dei detenuti Strasburgo “constata con grande preoccupazione” che le misure adottate finora dalle autorità non sono riuscite ad arrestare il fenomeno. L’Italia è quindi chiamata “ad adottare rapidamente ulteriori misure e a garantire adeguate risorse finanziarie aggiuntive per rafforzare la capacità di prevenire queste morti“.

Il Consiglio d’Europa ammonisce l’Italia

Inoltre il Consiglio d’Europa, pur giudicando “positivamente” l’annuncio di Roma sull’aumento del budget 2024 per il rafforzamento dell’assistenza psicologica e psichiatrica nelle carceri, “nota tuttavia che a causa del concomitante aumento dei costi di questi servizi, l’impatto di questa misura appare limitato“. Anche sul fronte degli hotspot, il Consiglio d’Europa si esprime positivamente sulle misure adottate per migliorare le condizioni di accoglienza in quello di Lampedusa, ma constata “che le informazioni disponibili, anche per quanto riguarda le persistenti carenze nella fornitura di servizi essenziali, non consentono di valutare appieno l’impatto di quanto già fatto. Per questo viene chiesto a Roma di fornire un quadro completo sulla situazione negli hotspot di Lampedusa, di Taranto e in tutte le altre strutture analoghe esistenti in Italia“.