Suicidio in carcere ad Ariano Irpino, detenuto 38enne si è tolto la vita: è il 41esimo omicidio di Stato

RMAG news

Un detenuto italiano di 38 anni si è suicidato nel carcere di Ariano Irpino, in provincia di Avellino. L’uomo era stato trasferito per motivi di ordine e sicurezza da Carinola, in provincia di Caserta, dove nei giorni scorsi – secondo quanto si apprende – aveva aggredito quattro agenti penitenziari. Secondo quanto sostiene Aldo di Giacomo, segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria (Spp), si tratterebbe del “sesto suicidio in 8 giorni in Campania. Forse qualcuno pensa che non intervenendo si svuoteranno le carceri. Il governo e l’amministrazione penitenziaria non sono in grado di contrastare questo stillicidio di vite umane, nessun provvedimento concreto è stato messo in campo per evitare l’amplificarsi del fenomeno che oramai ha assunto livelli record con 42 suicidi dall’inizio dell’anno. Il cambio di rotta tanto auspicato non vi è stato con questo governo. È aumentata l’indifferenza ai problemi delle carceri“.

Suicidio in carcere ad Ariano Irpino, detenuto 34enne si è tolto la vita

Se il Governo non realizzerà, come sembra, quota 41 per l’accesso alla pensione, l’ha già ottenuta con i suicidi in carcere. Il 41esimo detenuto morto in carcere, di carcere e per carcere dall’inizio dell’anno, si è impiccato ieri sera verso le 20, con i propri slip, in una cella singola del carcere di Ariano Irpino. A nulla sono valsi i soccorsi“. È quanto sottolinea Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria in merito all’ultimo caso di suicidio nel carcere di Ariano Irpino. “Napoletano, 39 anni non ancora compiuti – prosegue la nota – si era reso protagonista di molteplici intemperanze e gravi aggressioni a operatori di Polizia penitenziaria, segno evidente di un disagio mentale che investe un vastissimo numero di ristretti e che ha inevitabili ripercussioni anche sul benessere del personale. Ai 41 suicidi di reclusi vanno infatti aggiunti anche i 4 appartenenti alla Polizia penitenziaria che nel corso del 2024 hanno messo fine alla propria esistenza. Ormai – sottolinea il sindacato Uilpaè una strage senza sosta e se non ci sarà un’immediata inversione di tendenza si sfonderà tragicamente ogni record nella conta dei suicidi in carcere e per carcere. Il sistema ormai è imploso a causa di una gestione politica dell’apparato penitenziario sconsiderata che è stata perpetrata per decenni e che coloro che l’hanno alimentata adesso addebitano ipocritamente al Governo in carica. Governo, quello attuale, che peraltro dimostra incapacità nell’affrontare compiutamente il problema, come detto gravissimo e generato soprattutto da altri, e si mostra restio a intraprendere percorsi risolutivi o anche solo incisivi“.

Nel 2024 ci sono stati 41 suicidi in carcere: l’ultima vittima si è impiccato con gli slip

Una vera e propria emergenza come quella attuale – fa notare De Fazioche per di più si protrae da lungo tempo, non può essere affrontata con strumenti e misure ordinarie. Va varato un decreto carceri che deflazioni il sovraffollamento detentivo, sono oltre 14mila i detenuti in esubero, consenta l’assunzione straordinaria e accelerata di agenti del corpo di polizia penitenziaria, cui mancano più di 18mila unità, e permetta il potenziamento dell’assistenza sanitaria, specie di natura psichiatrica. Parallelamente va riformato l’intero sistema d’esecuzione penale, vanno reingegnerizzati il dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e va riorganizzato il corpo di polizia penitenziaria. Lo ripetiamo, non c’è più tempo“.

Le dichiarazioni dei sindacati e del garante Ciambriello

Un detenuto napoletano di 38 anni A.L.B. si è suicidato nel carcere di Ariano Irpino, ieri sera sul tardi. È il 6° in Campania e il 41° in Italia. Il corpo del detenuto si trova attualmente presso l’ospedale di Ariano Irpino per l’autopsia. Dalle prime ricostruzioni sembra un gesto dimostrativo finito male, considerato che è stato fatto davanti ad un altro detenuto e a un gruppo di agenti che non riuscivano ad entrare nella camera di sicurezza dove era stato tradotto, a seguito di una colluttazione, visto che si opponeva alla perquisizione della sua cella. Il detenuto morto suicida aveva manomesso la serratura di ingresso della camera di sicurezza“. Lo sottolinea il garante campano delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Samuele Ciambriello.

Una silenziosa strage di Stato

Nelle carceri si consuma una strage silenziosa. Un suicidio ogni tre giorni dall’inizio dell’anno! I suicidi sono sia il prodotto della lontananza della politica e della società civile dal carcere, sia dalla mancanza di figure sociosanitarie e di ascolto. Negli Istituti penitenziari abbiamo bisogno di più stato sociale e meno stato sicuritario a tutela della dignità umana. Le motivazioni sottese al suicidio sono varie e di diversa natura. In questo caso potrebbe essere stata una mera reazione ad uno scatto d’ira non contenuta. È indispensabile che il legislatore e il Governo individuino immediatamente misure, anche temporanee, volte ad alleggerire la tensione sulla popolazione carceraria. Comunico in qualità di Portavoce nazionale della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, che il 18 giugno in tutta Italia faremo manifestazioni pubbliche per ricordare l’appello del Presidente della Repubblica fatto al Parlamento e al Governo il 18 marzo. Sui suicidi e sul sovraffollamento delle carceri servono interventi urgenti e immediati, un messaggio chiaro e tradito fino ad oggi dalla politica“, conclude Ciambriello.