Torture e botte ai disabili, agli arresti 10 operatori della Croce Rossa

RMAG news

Il pm usa la definizione di “galleria degli orrori”. Per le torture, le violenze, i maltrattamenti ad almeno due pazienti di un centro di educazione motoria gestito dalla Croce rossa italiana sono stati arrestati dai carabinieri dieci operatori sociosanitari. Tutti sono ora agli arresti domiciliari, accusati di aver inflitto violenze ripetute a persone afflitte da gravi patologie psico-fisiche.
Va detto subito che l’indagine era nata dalla denuncia dei vertici della Croce rossa presentata ad aprile dell’anno scorso dopo aver notato che un paziente della struttura presentava ecchimosi al volto compatibili con percosse.

Scrive il gip che ha firmato i provvedimenti cautelari: «Le modalità della condotta di quella che il pubblico ministero ha adeguatamente definito come una “galleria degli orrori” fornisce e la misura dell’indole di ciascuno degli indagati che hanno non soltanto esercitato una violenza costante e inaudita su persone del tutto incapaci di reagire, ma hanno accompagnato le loro azioni inqualificabili con parole di scherno che hanno stigmatizzato mediante la derisione proprio i deficit mentali da cui le persone risultano affette». Sono cinque gli operatori gravemente indiziati del reato di tortura, mentre altri cinque rispondono di maltrattamenti nei confronti di persone che erano state affidate loro per ragioni di cura, vigilanza e custodia. Si tratta ovviamente di reati aggravati dalla qualifica di “incaricati di pubblico servizio” da parte di chi li avrebbe commessi.

Per uno degli indagati viene ipotizzato anche il reato di violenza sessuale perché in una circostanza a avrebbe palpeggiato un paziente. Le attività investigative partivano dalla denuncia da parte dei vertici della stessa Cri con il coordinamento della procura di Roma. A svolgere le indagini sono stati i carabinieri di via Selci, specializzati nella trattazione di reati ai danni delle vittime vulnerabili. Da aprile a novembre dell’anno scorso sono stati fatti accertamenti tramite particolari attività tecniche, acquisendo documenti e sentendo a verbale testimoni che avrebbero consentito di raccogliere gravi indizi sui maltrattamenti e le condotte vessatorie ai danni di due pazienti. In questo modo si arrivava alle richieste di custodia cautelare poi approvate dal gip. Il segretario di Ugl salute, Gianluca Giuliano, parla di «vicenda sconvolgente», aggiungendo che i parenti dei pazienti si sentono traditi da uno Stato incapace di proteggere i cittadini più fragili in una sanità che deve essere riformata dalle radici. La richiesta è quella di attivare dispositivi di video sorveglianza in tutte le strutture «affinché atti vili e ignobili non abbiano a ripetersi».

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