Tre morti nelle carceri in un giorno, tre suicidi: sono 53 dall’inizio dell’anno. Rivolta dei detenuti nel penitenziario di Sollicciano a Firenze

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È morto oggi il detenuto di 35 anni che si trovava in coma dopo aver tentato il suicidio tra l’1 e il 2 luglio scorsi nel carcere di Livorno. Lo rende noto il sindacato di polizia penitenziaria che afferma: “La risposta al decreto ‘carcere tutto come prima’ varato ieri dal Consiglio dei ministri è la 52esima vittima“. Il 35enne, entrato in carcere da 20 giorni e che era in attesa di giudizio, si era impiccato nella sua cella: soccorso era stato poi ricoverato in rianimazione all’ospedale di Livorno. “Altro che ‘ventata di ottimismo’. Lo stillicidio continua e nel provvedimento sbandierato per una sorta di risposta alle emergenze del sistema penitenziario non c’è proprio nulla destinato a cambiare qualcosa in questa estate nerissima per le carceri italiane, per i detenuti e per i servitori dello Stato” afferma Aldo Di Giacomo, segretario generale del Spp, che per due giorni ha protestato in catene davanti gli uffici del ministro Nordio.

Morto il detenuto che aveva tentato il suicidio nel carcere di Livorno

La protesta che ho inscenato, in forma decisa e forte – aggiunge -, sarà servita sicuramente ad accelerare i tempi del decreto carceri ma ci aspettavamo uno scatto di responsabilità che non c’è stato. Nei contenuti però siamo ancora lontani dall’accoglimento delle nostre proposte per affrontare con strumenti efficaci l’emergenza che ha toccato livelli mai registrati in passato in tutti gli istituti penitenziari del Paese. Per questo – conclude – non smobilitiamo e continueremo a vigilare sulla fase di attuazione del decreto e a tutelare il personale penitenziario che non ce la fa più a reggere il peso di responsabilità per conto dello Stato che, evidentemente, con il piccolo decreto pensa di aver dato soluzioni alle grandi e diffuse emergenze del sistema penitenziario“.

Morto il detenuto che aveva tentato il suicidio nel carcere di Pavia

È morto al Policlinico di Pavia il detenuto di 19 anni che, nei giorni scorsi, aveva cercato di impiccarsi in un cella del carcere di Torre del Gallo a Pavia. Soccorso dal personale medico della casa circondariale e traportato d’urgenza in ospedale, è deceduto al San Matteo, Yousef Hamga, di nazionalità egiziana, era apparso subito in condizioni disperate. Ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale, ha cessato di vivere nelle scorse ore. Si tratta – è stato affermato dai sindacati – del 50esimo detenuto che, dall’inizio dell’anno, si è suicidato nelle carceri italiane, il 12esimo a Pavia dal 2021 ad oggi. Nel carcere di Torre del Gallo sono tre i detenuti che si sono tolti la vita durante il 2024. Il 12 marzo è stato trovato impiccato in cella Jordan Tinti, un trapper di 26 anni: sulla sua morte la Procura di Pavia ha aperto un’indagine con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, che si aggiunge a quella sui presunti maltrattamenti subiti in cella da Jordan. A Pasqua si è suicidato un detenuto 42enne. Sul caso del suicidio del 19enne egiziano è stata avviata un’indagine interna. Da quanto si è appreso, il giovane aveva manifestato da tempo sintomi di disagio psicologico.

Suicidio nel carcere fiorentino di Sollicciano

Si è suicidato nel carcere di Firenze la 53ma vittima di questa strage senza fine, un giovane ventenne di origine nordafricana con poco più di un anno di pena da scontare; inoltre, nella mattinata è morto in ospedale anche il giovane detenuto che aveva tentato il suicidio nel carcere di Livorno, anch’esso con poco più di un anno di pena da scontare e con tre figli. Mentre nel consiglio dei ministri di ieri niente di veramente utile al sistema carcerario è stato fatto“. Così il segretario generale del sindacato polizia penitenziaria Spp Aldo Di Giacomo. “Stiamo assistendo ad un’ecatombe senza precedenti – aggiunge in una nota -. 53 detenuti si sono tolti la vita, mai così tanti; più i 5 poliziotti penitenziari che si sono anch’essi suicidati dall’inizio dell’anno. L’intero sistema carcerario è al collasso, i numeri degli eventi critici sono tutti i peggiori della storia delle carceri italiane“.

Rivolta e celle in fiamme

Per Di Giacomoil nostro sistema è assolutamente paragonabile a quelli degli stati africani. Il governo e l’amministrazione penitenziaria sono assolutamente incapaci di gestire la gravissima situazione. Dopo il consiglio dei ministri di ieri che ha visto come unico risultato l’incapacità di trovare soluzioni concrete e tempestive, non ci resta che sperare nell’aiuto della provvidenza“. Forti proteste in corso nel carcere fiorentino di Sollicciano. Secondo quanto si apprende sarebbe coinvolti i reclusi di due sezioni della giudiziaria. Appiccate anche le fiamme: sul posto stanno intervenendo anche i vigili del fuoco. Allertate prefettura e questura: le forze di polizia sono al momento all’esterno del carcere. A fare da detonatore sembra sarebbe stato il suicidio di un detenuto ventenne, di origine tunisina. Ci sarebbero poi anche le condizioni del carcere: c’è stato pure un esposto alla procura di una cinquantina di detenuti, per le cimici e per il problema della mancanza di acqua.