Tregua a Gaza, Hamas dice sì al piano Onu per il cessate il fuoco

RMAG news

New York-Gerusalemme-Gaza. La diplomazia batte un colpo. Hamas ha accettato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi e il gruppo è pronto a negoziare i dettagli dell’accordo. Lo ha detto alla Reuters uno dei suoi portavoce, Sami Abu Zuhri. La risoluzione approvata ieri sera dal Consiglio, con il voto favorevole di tutti i paesi esclusa la Russia, ricalca il piano che il presidente Biden ha presentato circa due settimane fa in conferenza stampa negli Stati Uniti.

Secondo la proposta, l’accordo prevede tre fasi. Nella prima, in un tempo di circa sei settimane, ci sarà un cessate il fuoco su tutta la Striscia, con i militari israeliani che si ritirano dalle aree abitate di Gaza. Durante questo periodo, ci sarebbe il rilascio di un certo numero (senza specificare quanti) di ostaggi «per scopi umanitari», tra i quali donne, anziani e feriti in cambio della liberazione di centinaia di prigionieri palestinesi. Ai civili di Gaza, in questo periodo, sarà concesso di tornare nelle loro case e ci sarà l’aumento degli aiuti umanitari fino a 600 camion al giorno, così come l’ingresso e realizzazione di abitazioni temporanee. Nella prima fase, si dovrebbero gettare le basi tra le parti per una discussione sul cessate il fuoco permanente. Nella seconda, ci dovrebbe essere la fine delle ostilità o, comunque, il cessate il fuoco continuerà fino a quando non si arrivi ad una soluzione. Ciò rappresenta la novità rispetto alla proposta precedente.

Durante questo periodo, Hamas libererebbe tutti gli ostaggi ancora in vita, compresi i soldati, mentre l’esercito dovrebbe lasciare la Striscia e verrebbero rilasciati più prigionieri palestinesi dalle carceri israeliane. Nell’ultima fase, dovrebbe cominciare il piano di ricostruzione della Striscia e Hamas dovrebbe restituire a Israele i corpi degli ostaggi uccisi. Alla ricostruzione parteciperebbero paesi arabi. “La parola che proviene da Gaza e dalla leadership di Hamas a Gaza è determinante” per le prospettive dell’accordo sulla tregua. È quanto osservato dal segretario di Stato Antony Blinken rispondendo alla domanda di un giornalista, durante una conferenza stampa ieri a Tel-Aviv. La dichiarazione di Hamas di apertura rispetto i termini dell’accordo “è un segnale di speranza” ha ribadito Blinken ma “ciò che è determinante, almeno ciò che finora è stato determinante in un senso o nell’altro, è la parola che proviene da Gaza e dalla leadership di Hamas a Gaza”.

Anche il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, ha accolto con favore il voto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a favore del piano di tregua nella Striscia di Gaza e ha affermato che si tratta di un “passo nella giusta direzione”. “La presidenza palestinese ritiene che l’adozione di questa risoluzione sia un passo nella giusta direzione per porre fine alla guerra genocida contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza”, hanno indicato i servizi di Abbas in una dichiarazione rilasciata dall’agenzia ufficiale Wafa. «Israele non metterà fine alla guerra prima di aver raggiunto tutti i suoi obiettivi di guerra: distruggere le capacità militari e di governo di Hamas, liberare tutti gli ostaggi e garantire che Gaza non rappresenti una minaccia per Israele in futuro. La proposta presentata consente a Israele di raggiungere questi obiettivi, e Israele lo farà». Lo ha detto un alto funzionario israeliano, coperto da anonimato, in una nota.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha detto di «aver accolto favorevolmente l’iniziativa di pace recentemente delineata dal presidente Biden» e ha «esortato tutte le parti a cogliere questa opportunità e raggiungere un accordo». Intervenendo alla conferenza sugli aiuti per Gaza che si è aperta in Giordania, Guterres ha aggiunto che «l’unica via da seguire è quella verso una soluzione politica che apra un percorso diretto a una pace duratura basata su due Stati, Palestina e Israele, che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza con Gerusalemme come capitale di entrambi gli Stati». Guterres ha assicurato che «continuiamo a lavorare affinché ciò diventi una realtà mentre rispondiamo all’appello di oggi per soddisfare i bisogni profondi e immediati dei palestinesi di Gaza».