USA, Qatar ed Egitto: prove di pace per Gaza: “Non c’è più tempo da perdere”

RMAG news

Hanno assalto un villaggio palestinese. L’hanno messo a ferro e fuoco. Hanno ucciso, ferito. Sono i coloni della Cisgiordania. Fascisti in armi. Un centinaio di estremisti hanno attaccato, l’altro ieri sera, Jit, un piccolo villaggio della Cisgiordania. Le cronache raccontano di un centinaio di estremisti ebrei, molti di loro armati e mascherati, che hanno fatto irruzione nel paesino sparando e dando fuoco ad abitazioni e automobili. Sembra sia stato ucciso un uomo di 23 anni, Rashee Seda, e vi siano altri feriti. Secondo il ministero della Sanità dell’Autorità palestinese nella vicina Ramallah, il morto e i feriti sarebbero stati colpiti da proiettili.

Il presidente israeliano Herzog, in un post su X, ha condannato “fermamente il pogrom in Samaria”. E in un raro comunicato su questi temi, anche il premier Netanyahu ha criticato l’evento. Ma i coloni sanno bene di essere sostenuti dai partiti dell’estrema destra messianica e nazionalista che sostiene la piena annessione dei territori occupati da Israele nel 1967 e oggi fanno parte della coalizione di governo. Secondo il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Ben-Gvir, super falco legato ai coloni, l’attacco sarebbe avvenuto perché l’esercito “avrebbe le mani legate nell’eliminare i terroristi”. Le Nazioni unite hanno definito l’attacco da parte di coloni ebrei contro un villaggio nella Cisgiordania come “orribile” aggiungendo che “nel complesso assistiamo all’impunità” di fronte a tali attacchi. «È stato orribile», ha detto la portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i Diritti umani, Ravina Shamdasani, in una conferenza stampa a Ginevra. «Ciò che colpisce è che l’omicidio di ieri (giovedì, ndr) a Jit non è un attacco isolato ed è la conseguenza diretta della politica di insediamento di Israele in Cisgiordania».

Sul fronte iraniano, gli Stati Uniti hanno presentato oggi una proposta di cessate-il-fuoco a Gaza che colma le lacune rimanenti, in modo da consentire una rapida attuazione dell’accordo, coerente con i principi enunciati dal presidente Biden il 31 maggio. Lo hanno affermato in una dichiarazione congiunta di Egitto, Qatar e Stati Uniti. La dichiarazione è stata diffusa dopo che i negoziatori si sono incontrati a Doha giovedì e ieri nell’ultimo ciclo di colloqui per il cessate il fuoco. «Come hanno dichiarato i leader dei tre Paesi la scorsa settimana, “non c’è più tempo da perdere né scuse da parte di nessuno per ulteriori ritardi. È ora di rilasciare gli ostaggi e i prigionieri, di iniziare il cessate il fuoco e di attuare questo accordo”».

È quanto si legge in una nota congiunta dei tre Stati dopo la conclusione dell’incontro a Doha, nella quale i Paesi mediatori sottolineano che «la strada è ora tracciata per ottenere questo risultato, salvare vite umane, portare sollievo alla popolazione di Gaza e allentare le tensioni regionali». Nei prossimi giorni ci saranno altri colloqui e quindi un nuovo vertice, riferiscono media israeliani. I punti di divergenza maggiori sul tavolo dei mediatori sono il controllo del corridoio Filadelfia, tra Gaza e Egitto, e il corridoio Netzarim attraverso il quale si prevede che gli abitanti tornino nel nord della Striscia.

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