Grillo, lo schiaffo a Conte dopo il flop alle Europee: “Ha preso più voti Berlusconi da morto che lui da vivo”

RMAG news

Se Giuseppe Conte dalle “colonne amiche” del Fatto Quotidiano di Marco Travaglio si auto-blinda come leader del Movimento 5 Stelle, è il co-fondatore Beppe Grillo a rifilargli un sonore ceffone pubblico. Il comico genovese ha infatti rotto il silenzio dopo il voto delle Europee, un flop per i pentastellati scesi sotto la soglia psicologica del 10 per cento e al peggiore risultato della loro storia.

Grillo, dicevamo, ha rotto il silenzio da un palco, quello del suo spettacolo teatrale “Io sono un altro” a Fiesole. Il fondatore dei 5 Stelle usa la sua consueta arma, l’ironia, ma il messaggio politico resta indiscutibile.

Grillo al vetriolo su Conte

Ho incontrato Conte, mi ha fatto un po’ tenerezza. Ha preso più voti Berlusconi da morto che lui da vivo”, le sue parole rivolte al presidente del Movimento, con cui i rapporti sono ormai da tempo tesi, pur senza mai portare apertamente a strappi.

Non è più il momento di gridare, è l’epoca di Conte, è una persona moderata. Il Movimento che abbiamo fatto forse non c’è più, dicono che forse siamo vaporizzati, forse è la parola giusta. Abbiamo fatto delle cose meravigliose”, ha proseguito ancora Grillo, quasi a sancire una sorta di ‘de profundis’ del Movimento “di lotta” di un tempo.

Meloni “psiconana”

Nel mirino del garante non c’è solo Conte, ovviamente. Il comico genovese tira in ballo anche la premier Giorgia Meloni, che eredita il soprannome già affibbiato anni fa da Grillo a Silvio Berlusconi. “Mi piace la psiconana – la definisce infatti Grillo – ha anche senso dell’umorismo. La battuta che ha fatto a De Luca è stata strepitosa, l’avrei abbracciata. Dovremmo riconquistare un po’ di senso dell’umorismo, poi basta che parli 15 minuti con Conte e ti passa, perché è un accademico, un professore, un avvocato”.

“Quelli che sono andati a votare pensando di andare a votare e invece sono andati indietro di 70 anni. Forse il darwinismo è al contrario, ha selezionato i peggiori”, ha poi aggiunto il co-fondatore del Movimento 5 stelle. “Il 50% non va a votare, loro hanno il 30%, che vuol dire il 30% del 50%. Noi abbiamo il 5%, ma è una democrazia?” ha quindi chiesto al pubblico Grillo.

Il caso Appendino

Grillo ha anche commentato la sentenza della Cassazione su Chiara Appendino, ex sindaca 5 Stelle di Torino e da molti osservatori ritenuta una delle possibili “carte” del Movimento per un possibile dopo-Conte, “alla sbarra” per la tragedia di piazza San Carlo quando, il 3 giugno 2017, una serie di ondate di panico tra la folla radunata davanti al maxischermo per la finale di Champions League Juve-Real Madrid provocò la morte di due donne e il ferimento di 1500 persone.

Speranze che sembrano essersi spente dopo la sentenza di lunedì, con la Cassazione che ha disposto l’appello bis per l’ex sindaca per ricalcolare la pena, ma confermandone la colpevolezza dichiarando “irrevocabile” la responsabilità penale per l’ex sindaca per tutti i capi di imputazione.

Appendino è l’unica condannata per una disgrazia a Torino, il prefetto e il questore no, la polizia no”, il commento amaro di Grillo.

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