Chi è Riccardo Turrini Vita, il magistrato che è stato nominato nuovo garante dei detenuti

RMAG news

“Ho proposto al Presidente del Consiglio la nomina del consigliere Riccardo Turrini Vita come Garante nazionale dei detenuti, in sostituzione del compianto Maurizio D’Ettore. La proposta è stata accolta e deliberata oggi in Consiglio dei ministri. Questa alta carica è ora ricoperta da una persona di elevata cultura, grande esperienza e particolare sensibilità per il mondo carcerario»: così ieri il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha reso nota la novità, attesa da tempo, considerata anche la drammaticità che stanno vivendo i nostri istituti di pena. Peccato che contemporaneamente sia al vertice del Dap che a quello del Garante avremo un magistrato.

Scopriamo chi è Turrini Vita

Classe 1961, è entrato in magistratura nel 1987, è stato magistrato di Corte d’appello e dirigente generale dell’Amministrazione della giustizia. Ha iniziato la carriera come giudice del Tribunale di Pordenone e successivamente al Tribunale di Roma, nelle sezioni civili. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 20 giugno 2002 è stato nominato direttore generale dell’esecuzione penale esterna, con incarichi rinnovati nel 2004 e nel 2006. Nel 2010 è stato nominato direttore generale del personale e della formazione. È stato rappresentante del Governo italiano nel Consiglio D’Europa, all’Assemblea plenaria del comitato direttivo per i problemi penali e penitenziari e consulente giuridico presso l’Onu, Alto Commissariato dei diritti umani. Quale membro del comitato sulle misure alternative in Europa, ha elaborato la proposta di raccomandazione sulle misure alternative, accolta dal Consiglio dei Ministri presso il consiglio e divenuta Raccomandazione il 29 novembre 2000.

Tra le sue pubblicazioni, i volumi ‘Civiltà della pena’ edito nel 2006, e ‘Le trasformazioni del probation in Europa’ scritto insieme a Michele Ciarpi e pubblicato nel 2015. Turrini Vita era finito nel giugno 2020 nel mirino della stampa della destra e di certi sindacati di polizia penitenziaria per aver firmato insieme all’allora capo del Dap Bernardo Petralia una circolare in cui si allegava una bozza di protocollo per gestire l’emergenza pandemica e dove si leggeva che per evitare ulteriori contagi da Covid occorreva “favorire l’applicazione di misure alternative alla detenzione per tutte le persone che presentano gravi patologie che possono essere significativamente complicate dal Covid 19”.

Sempre ad ottobre dello stesso anno Turrini Vita, tramite una circolare, aveva ordinato alle direzioni delle carceri di rispettare le sentenze della Corte Costituzionale e della Cassazione su 41 bis. Nel dettaglio, la circolare chiedeva “ai direttori degli istituti di Sassari, Cuneo, L’Aquila, Novara, Parma, Spoleto, Terni, Tolmezzo, Viterbo, Milano Opera, Roma Rebibbia e ai provveditori relativi di conformare l’azione amministrativa ai princìpi e alle ordinanze di accoglimento dei reclami dei detenuti da parte della magistratura di sorveglianza in materia di cottura dei cibi ( sentenza Corte costituzionale del 26 settembre 2018 n. 186), di eliminazione del divieto di scambio di oggetti tra detenuti appartenenti allo stesso gruppo di socialità (sentenza Corte costituzionale del 5 maggio 2020 n. 97), di eliminazione delle limitazioni alla permanenza all’aria aperta ad una sola ora e di annullamento di sanzioni disciplinari inflitte per condotte consistenti in meri scambi di saluto tra detenuti come motivato da diverse sentenze della Cassazione”.

Fu clamorosamente revocata dopo appena due giorni dal capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) Bernardo Petralia e dal vice- capo Roberto Tartaglia e finì al centro di una interrogazione parlamentare di Roberto Giachetti. “Riccardo Turrini Vita lo definirei un uomo d’altri tempi per la sua gentilezza, per il suo garbo e per il suo modo di parlare – ci dice Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino -. Detto questo, voglio essere ottimista e fargli fiducia anche se non mi spiego il motivo per cui, anche per una funzione così delicata che richiede a mio avviso conoscenza diretta sul campo, si debba ricorrere ad ex magistrati come avviene all’interno del DAP per le cariche apicali. Del resto, Turrini Vita è distaccato al DAP da tempo immemorabile”.

Le polemiche sulla nomina

Polemiche dal Pd, secondo cui “ancora una volta” il governo “non ha sentito il bisogno di coinvolgere il Parlamento – come avevamo chiesto – su criteri e direttrici alla base della nomina. Per questo chiediamo che al più presto il nuovo Garante venga in audizione alle Commissione Giustizia di Senato e Camera – passaggio obbligato prima del perfezionamento del DPR- per illustrare le idee e le linee guida che informeranno il suo mandato ed ascoltare i gruppi parlamentari. Oltre a questo, pur non essendo in discussione la persona del Dott. Turrini Vita né il suo curriculum, desta perplessità il fatto che si tratti di un alto dirigente dello Stato e del Dicastero della Giustizia, mentre la caratteristica fondamentale di un Garante dei detenuti deve essere quella di una netta indipendenza dalla struttura di controllo, senza ambiguità e confusione di ruoli. C’è chi ipotizza incompatibilità o addirittura qualche dubbio di legittimità della nomina stessa. Ci auguriamo che Ministro e Governo abbiano fatto tutte le verifiche”, hanno dichiarato i parlamentari dem Serracchiani, Bazoli, Gianassi e Verini.

Critiche anche da Antigone. “È singolare che un massimo dirigente dell’amministrazione della giustizia penitenziaria minorile – spiega il presidente Patrizio Gonnellatutto a un tratto diventi il garante dell’utenza soggetta a controllo. Come può controllare il sistema minorile se fino a oggi era (e sembra che tuttora sia) il vice capo del minorile? Non è un giudizio sulla persona ma sulla funzione”.

Please follow and like us:
Pin Share