Aggredita l’ex sindaca di Berlino Franziska Giffey: secondo raid contro socialdemocratici in Germania

RMAG news

Solo qualche giorno dopo l’aggressione all’europarlamentare socialdemocratico tedesco (Spd) Matthias Ecke, candidato nella regione della Sassonia alle prossime elezioni europee, un’altra esponente di punta del partito aggredita. Franziska Giffey è stata “colpita alle spalle da un uomo”, ha raccontato lei stessa, nel quartiere Neukolln a Berlino. È stata trasportata in ospedale con una ferita alla testa, non in gravi condizioni. Sull’aggressione è stata aperta un’indagine.

Giffey ha 46 anni, è una politica socialdemocratica tedesca, senatrice responsabile dell’Economia per l’amministrazione di Berlino. È stata sindaca della capitale della Germania e ha lavorato in passato come ministra della Famiglia al fianco dell’ex cancelliera Angela Merkel. Ha raccontato di essere stata colpita “alle spalle da un uomo che ha usato una borsa che conteneva qualcosa di duro e che le ha inferto un colpo alla testa e al collo”. Chi l’ha colpita è scappato subito dopo l’aggressione. La politica è stata portata in ospedale ed è stata subito dimessa.

L’aggressione a Matthias Ecke

L’aggressione a Matthias Ecke si era consumata invece a Dresda, la città considerata la capitale dell’estrema destra in Germania. Il candidato è stato “aggredito e gravemente ferito” venerdì sera mentre affiggeva manifesti nella città. A consumare il raid tre o quattro persone spuntate all’improvviso che avrebbero preso a insultare e a colpire Ecke e altri militanti dell’Spd che stavano facendo attacchinaggio. Il pestaggio è scattato dopo insulti anche a carattere omofobo.

Ecke era stato ricoverato ed era stata annunciata un intervento. Aveva perso conoscenza dopo il pestaggio e avrebbe rimediato la rottura di diverse ossa. Soltanto pochi minuti prima era stato aggredito a calci un militante di 28 anni dei Verdi. L’agenzia tedesca Dpa aveva scritto, citando fonti di polizia, che si erano già verificati tentativi di intimidazione, distruzioni di manifesti e insulti verso militanti che li affiggevano. Non un caso isolato quindi.

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