Antonello Venditti: “Quando Lucio Dalla mi salvò la vita, il Pci ha salvato la democrazia in Italia”

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Antonello Venditti ha messo la sua vita nelle sue canzoni, sono la sua autobiografia. Lo ha raccontato in un’intervista a tutto campo rilasciata ad Aldo Cazzullo per Il Corriere della Sera. A quarant’anni dall’album Cuore e dalla canzone Notte prima degli esami. A pochi giorni dall’uscita dell’edizione speciale dell’album con una nuova canzone, Dì una parola. Da romanzo gli aneddoti sul padre partito in guerra in Africa, diventato un santone, quindi funzionario al ministero degli Interni. E ancora aneddoti sull’amicizia con Francesco De Gregori, quest’ultimo e Fabrizio De André che a tratti lo avrebbero trattato con superiorità. “Fingevano di disprezzarmi; in realtà sapevano che avevo la pelle più dura di loro. Io li ho presi, gli sputi dei fascisti”.

Quando Lucio Dalla salvò la vita ad Antonello Venditti

L’amico di Ci vorrebbe un amico è Lucio Dalla, che in un momento di grande fragilità “mi salvò la vita, al tempo della mia separazione. Fu lui a capire che mi dovevo allontanare da Roma, e così per due anni vissi al castello di Carimate, in Brianza, dove venivano i più grandi artisti italiani a incidere i loro dischi. Pino Daniele, i Pooh, Fabrizio De André. Con Fabrizio passavamo notti a parlare, ad approfondire le nostre vite. Fu allora che diventammo davvero amici. Ma poi loro il venerdì partivano; io restavo solo. Sull’orlo del baratro. Entravo in un posto e dovevo uscire. Tutto mi faceva paura”. A Roma Venditti sarebbe tornato dopo due anni, Dalla gli trovò una casa a Trastevere e lo convinse a riprendere i concerti.

La politica, Meloni, Schlein, il PCI

“Il partito comunista ha salvato la democrazia in questo Paese. Quando vedevi sull’autostrada i pullman degli operai e dei contadini diretti verso Roma, sentivi come si era costruita la democrazia in Italia”, ha osservato in uno dei tanti passaggi dedicati alla politica. Ha detto di considerate la Costituzione una delle più belle canzoni mai scritte. Certo è che “c’è un clima che non mi piace. Speravo che la destra si accontentasse della vittoria elettorale. Infine siamo tornati a una situazione pre-Berlusconi, al tempo del Movimento sociale“.

Antonello Venditti considera la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni “una persona che fa” e che “si sveglia la mattina e tenta di riparare i danni e gli abusi dovuti alla palese impreparazione di tanti che la circondano”. Avverte “una mentalità da olio di ricino, un avvertimento permanente: stai attento a come parli e alla faccia che fai, ti faccio passare la voglia di dire quello che pensi, perché ti potrebbe succedere di tutto … Si vive nel terrore”. Parole più severe per la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, “non basta essere giovani e donne; bisogna far politica in modo nuovo, senza rinunciare alla propria femminilità”.