Assange, niente estradizione negli Usa: l’Alta Corte di Londra concede al fondatore di WikiLeaks un nuovo appello

RMAG news

Per Julian Assange ci sono ancora speranze. L’Alta Corte di Londra ha concesso un ulteriore appello all’attivista e hacker australiano, fondatore di WikiLeaks, riconoscendo al 52enne giornalista come non infondate le argomentazioni della sua difesa sul timore di un processo non giusto negli Stati Uniti e impedendo per ora l’estradizione.

Le accuse contro Assange

Assange rischia fino a 175 anni di carcere negli Stati Uniti per aver reso pubblici dal 2010 oltre 700mila documenti riservati sulle attività militari e diplomatiche americane, in particolare in Iraq e Afghanistan: contro di lui sono be 17 i capi di imputazione.

A fine marzo i due giudici dell’Alta Corte di Londra, Victoria Sharp e Jeremy Johnson, avevano chiesto agli Stati Uniti nuove garanzie riguardo al trattamento che gli sarebbe stato riservato negli Usa: in particolare volevano garantire l’esclusione del rischio di pena di morte e la possibilità in caso di estradizione, della tutela del Primo Emendamento della Costituzione americana, che tutela la libertà di espressione.

I giudici accordano un nuovo appello

Dopo la decisione odierna dell’Alta Corte londinese, Assange e il suo team di legali avranno a disposizione alcuni mesi per preparare un nuovo processo d’appello. Nel frattempo però l’attivista resta in custodia cautelare nel carcere di massima sicurezza londinese di Belmarsh, nonostante le condizioni di salute sempre più precarie del fondatore di WikiLeaks.

Assange ha trascorso gli ultimi cinque anni nel carcere britannico di massima sicurezza. In precedenza si era rifugiato nell’ambasciata ecuadoriana a Londra, dove aveva trascorso sette anni.

🚨 L’Alta Corte di Londra ha stabilito che Julian Assange potrà opporsi alla richiesta di estradizione negli Usa. Una buona notizia, ma resta la preoccupazione per le condizioni di salute di Assange. Nel frattempo, di fronte alla Corte la folla festeggia. pic.twitter.com/XEauRQ8Geq

— Amnesty Italia (@amnestyitalia) May 20, 2024

La reazione di Stella Morris, moglie di Assange

Radunata assieme a centinaia di sostenitori dell’attivista fuori dalla Royal Courts of Justice di Londra, la moglie di Julian, Stella Morris, ha definito “la decisione giusta” quella presa dai giudici dell’Alta Corte

Come famiglia siamo sollevati, ma fino a quando si potrà andare avanti così? Gli Stati Uniti dovrebbero rinunciare subito al caso. È il momento di farlo. Abbandonare questo vergognoso attacco ai giornalisti, alla stampa e al pubblico che va avanti da 14 anni. Questo caso è vergognoso, e sta facendo pagare un tributo enorme a Julian. L’amministrazione Biden avrebbe dovuto abbandonarlo fin dal primo giorno, ma ora è il momento giusto per farlo. Quindi, per favore, coloro che negli Stati Uniti hanno il potere di prendere una decisione, per favore abbandonate questo caso ora. Non lasciate che questa cosa vada avanti ancora a lungo“, ha dichiarato Stella Morris.