Beni ceduti a Telesca, nuovi dubbi

Beni ceduti a Telesca, nuovi dubbi

Il Quotidiano del Sud
Beni ceduti a Telesca, nuovi dubbi

POTENZA -. Nuovi interrogativi sulla vicenda di alcuni beni immobili di proprietà del Comune di Potenza – un paio di stanze attigue all’abitazione di Vincenzo Telesca più un cortiletto interno da 18 metri quadri – venduti al neo sindaco del capoluogo quando era semplice consigliere comunale. A sollevarli è ancora una volta l’avvocato Luciano Petrullo, in una nuova nota dopo le tre istanze (due prima del ballottaggio elettorale) già presentate agli uffici comunali per chiedere al sindaco di annullare la vendita sulla base di un orientamento giurisprudenziale per cui il divieto di cessione di beni comunali non andrebbe limitato solo alle transazioni in favore di sindaci e assessori, ma anche quelle a favore di consiglieri comunali, come lo era Telesca all’epoca.

«Parlando dell’acquisto dell’immobile (locale con annesso spiazzetto) da parte dell’allora consigliere comunale, oggi neoeletto sindaco, sono emersi particolari che meritano una giustificazione da parte degli uffici comunali – scrive ora Petrullo – lo spiazzetto (chiamiamolo così per comodità, negli atti chiamato “area urbana”) non è dato capire, dalla proposta di deliberazione di alienazione, se fosse diventato intercluso fra proprietà private solo a causa della vendita di cui trattasi. Altrimenti, infatti, non sarebbe stato intercluso “in natura” e sarebbe stata preclusa la trattativa diretta essendoci potenziali ulteriori acquirenti. In buona sostanza, in punto di diritto, il bene poteva essere venduto a trattativa diretta solo nella totale esclusione di potenziali ulteriori acquirenti. Il punto andrebbe chiarito».

Secondo Petrullo, «altro aspetto che andrebbe giustificato è quello relativo alla determinazione del prezzo da parte del Comune di questo spiazzetto. Il Regolamento del Comune impone una determinazione del prezzo pari a quello “corrente di mercato”. Il Comune, invece, ha attualizzato il valore del 2009 così come conferito dalla scrittura privata di acquisto del bene da parte del Comune, che è cosa diversa. Il valore che emerge dalla scrittura di acquisto era quello di mercato dell’epoca? Non è dato sapere. Di sicuro non è quello di mercato attuale, visto che non è stata fatta una specifica valutazione a riguardo. E, cosa rilevante, quale sarebbe stato il valore corrente di mercato? Se superiore si porrebbero ulteriori problemi, in ordine al metodo di vendita e a un ipotetico danno erariale».

Per l’avvocato Petrullo, ed ex capogruppo in consiglio comunale di An, inoltre, «a prescindere dalla totale mancanza di motivazione sulla sua inutilizzabilità a fini pubblici, e sulla mancanza di potenziali ulteriori interessati, un’area pubblica, se è stata acquisita nel 2009, perché diventa inutilizzabile nel 2021? Domande che necessitano di una risposta per restituire limpidezza a un’operazione che non sembra ancora immune da critiche. Fermo restando, ovviamente – prosegue il legale -, la sua inalienabilità a un consigliere comunale, che avrebbe dovuto impedire tutto a partire dal rigetto della domanda di acquisto».

Petrullo, quindi, conclude: «La domanda è: ci troviamo di fronte a una leggerezza talmente enorme da fare paura o non sono state applicate le regole scientemente? Il dubbio si impone e merita una risposta».

Il Quotidiano del Sud.
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