Bernard Preynat: trovato morto il sacerdote condannato per violenza su minori, gestiva i campi scout

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Bernard Preynat aveva ammesso di aver praticato “carezze” definite proibite ai ragazzini che partecipavano i campi scout. E per questo era stato condannato. Alla vicenda che lo aveva visto protagonista è stato ispirato anche un film. È stato ritrovato morto, a 79 anni, nel bagno della sua casa di Saint-Etienne l’ex sacerdote condannato per violenza sessuale su minori. Per accertare le cause della morte è stata aperta un’inchiesta.

La condanna a cinque anni di carcere è arrivata nel 2020: lo scandalo che lo aveva coinvolto è stato uno dei più mediatici a proposito di accuse di abusi da parte di sacerdoti. Aveva riguardato alti prelati, le accuse riguardavano ragazzi minorenni tra i 7 e i 14 anni nel corso di campi scout che Preynat aveva gestito tra il 1971 e il 1991. Aveva ammesso nel corso del processo di aver praticato “carezze” proibite. Il pubblico ministero Dominique Sauves lo accusò di aver “spezzato” delle vite e di aver “usato il silenzio dei genitori e della Chiesa” per incrementare i suoi abusi. Uno degli avvocati delle parti civili aveva stimato il numero di vittime tra 3.000 e 4.000.

Non soltanto un caso di abusi ma anche di insabbiamento. Il processo aveva coinvolto anche il superiore di Preynat, l’arcivescovo e cardinale Philippe Barbarin. L’ex sacerdote era rimasto in carica nella diocesi di Lione fino all’autunno del 2015, era stato sospeso a divinis solo nel 2019 alla fine di un processo canonico, lo stesso anno era stato condannato Barbarin poi assolto in Appello, nel 2021 Preynat era stato incarcerato nel 2021 nel centro penitenziario di Saint-Etienne-La Talaudière, nella Loira. Aveva chiesto perdono alle nove vittime che avevano testimoniato, la prescrizione aveva impossibilitato altre denunce.

Barbarin si era comunque dimesso, oggi è cappellano in Bretagna. Preynat si trovava “da diverse settimane” nella casa di Saint-Etienne, presso la quale era stato rilasciato. La Procura ha fatto sapere che sulle cause della morte “non c’è nulla di sospetto sul suo corpo che sarà sottoposto ad autopsia entro pochi giorni”. La vicenda aveva ispirato il film Grâce à Dieu, diretto da François Ozon, del 2019, tratto dalla lotta e dall’impegno dell’associazione delle vittime, “Le Parole Libere”.