Com’è morto Rino Gaetano: la canzone profezia, “La ballata di Renzo”, l’incidente stradale il 2 giugno 1981

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Quando Renzo morì lo avevano respinto al San Camillo, al Policlinico, al cimitero. Anche quando Rino Gaetano morì non lo accettarono al San Giovanni, al San Camillo, al Policlinico. Soltanto una decina di anni prima aveva scritto una canzone, La ballata di Renzo, che anticipava in maniera assurda e grottesca quello che sarebbe successo il 2 giugno del 1981. Una profezia. Il 2 giugno, oltre il giorno dedicato alla nascita della Repubblica, è anche il “RINO GAETANO DAY”, proprio in ricordo dell’istrionico e inclassificabile cantautore le cui canzoni non hanno mai perso freschezza e fascino.

A pochi giorni dal consueto appuntamento a “Testaccio Estate – Città dell’Altra Economia di Roma”, la tradizionale manifestazione nazionale organizzata dal 2011 dalla famiglia del cantautore nelle persone di Anna e Alessandro Gaetano con la partecipazione live della Rino Gaetano Band, è stato tra l’altro pubblicata la ristampa di Ingresso Libero (Sony Music), il primo album uscito 50 anni fa. Un’edizione disponibile nei formati in vinile 180gr Black Remastered in 192 Khz con copertina originale apribile, un breve racconto del cantautore, i testi delle canzoni, due fotografie inedite di Piero Togni e Picture Vinyl.

Pubblicato anche il 45 giri trasparente del singolo Tu forse non essenzialmente tu/I tuoi occhi sono pieni di sale, le cui copie originali del 1974 sono andate distrutte. L’edizione del 2024 sarà organizzata in supporto del progetto PES School Edition dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada Onlus che gira nelle scuole in ricordo di Francesco Valdiserri per informare sulla sicurezza stradale e il divertimento responsabile.

La canzone-profezia di Rino Gaetano

La ballata di Renzo era stata composta all’inizio della carriera del cantautore calabrese trapiantato a Roma. Raccontava di un uomo investito da un’automobile. Arrivano i soccorsi e qui cominciano i problemi. All’Ospedale San Camillo “non lo vollero per l’orario”; al San Giovanni “non lo accettarono per lo sciopero”; al Policlinico “lo respinsero perché mancava il vice-capo”. E quindi Renzo muore, e neanche al cimitero trova posto. La ballata ha un tono straziante e allegro allo stesso tempo, si potrebbe dire tragicomico, in pieno stile gaetaniano.

La canzone è comparsa nella raccolta Live & Rarities, pubblicata soltanto nel 2009. Prima aveva circolato in maniera più o meno lecita. Nel frattempo c’erano stati l’esordio con Ingresso Libero, sei album in studio tra il 1974 e il 1980, il Festival di Sanremo del 1978 con Gianna e il terzo posto. Il 31 maggio del 1981 l’ultima apparizione televisiva, alla trasmissione “Crazy Bus”, aveva cantato E io ci sto e Scusa Mary, estratti dall’ultimo suo album. La sera del 2 giugno la passò nei locali di Roma. Quando tornò a casa perse il controllo della sua Volvo 343 grigio metallizzato, si schiantò contro un camion sulla Nomentana all’altezza dell’incrocio con via Carlo Fea. Quando arrivarono i soccorsi era già in coma.

La morte di Rino Gaetano

Rino Gaetano venne trasportato al Policlinico Umberto I dove vennero riscontrate fratture e ferite gravi, una grave alla base cranica. L’istituto non aveva un reparto attrezzato per le urgenze. Il medico di turno provò a contattare altri ospedali: il San Giovanni, il San Camillo, il CTO della Garbatella, il Policlinico Gemelli e il San Filippo Neri. Nessun posto disponibile. Gaetano venne portato al Gemelli. Morì alle sei del mattino, a soli trent’anni. Il caso suscitò sconcerto, polemiche, un’inchiesta e un’interrogazione parlamentare. Rino Gaetano avrebbe dovuto sposarsi alla Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, dove si tennero invece i suoi funerali. Parteciparono amici e fan. Il suo corpo venne trasferito al Cimitero del Verano a Roma, ancora oggi meta di pellegrinaggi di chi passa a lasciare un fiore o un bigliettino sulla tomba.