Cosa prevede la pdl Sciascia-Tortora: l’obbligo per le nuove toghe di stare 15 giorni in carcere

RMAG news

Dopo aver vinto il concorso, obbligo formativo per i futuri magistrati di passare 15 giorni, compresa la notte, fra i comuni detenuti. Questo il contenuto della proposta di legge a prima firma Benedetto Della Vedova (+Europa), presentato ieri alla Camera e che è stata sottoscritta dal segretario di +E Riccardo Magi, ma anche da Giorgio Mulè, Pietro Pittalis e Paola Boscaini di Forza Italia, da Debora Serracchiani, Lia Quartapelle, Marianna Madia e Federico Gianassi del Partito democratico, da Roberto Giachetti e Maria Elena Boschi di Italia Viva, da Enrico Costa e Mara Carfagna di Azione, Angelo Bonelli e Filiberto Zaratti di Alleanza Verdi e Sinistra, e da Maurizio Lupi e Alessandro Colucci di Noi Moderati.

Presenti all’incontro con la stampa altresì i rappresentanti delle associazioni promotrici della proposta di legge: l’avvocato Guido Camera per ItaliaStatodiDiritto, Simona Viola, presidente dell’Associazione “Amici di Leonardo Sciascia”, Valerio Murgano, membro della giunta dell’Unione Camere penali con delega alle carceri, Franco Corleone della Società della Ragione e la Fondazione Enzo Tortora. Ha dichiarato Della Vedova: “il disegno di legge è composto da due articoli: il primo riguarda il curriculum formativo dei magistrati e l’idea è di inserirvi la lettura della letteratura anche non scientifica sui principi dello Stato di diritto. Andiamo da Manzoni a Sciascia. Il secondo punto è la previsione che una volta superato il concorso, i magistrati svolgano un periodo non inferiore a 15 giorni di esperienza formativa in carcere”.

Ha aggiunto: “Quello che proponiamo per i magistrati dovremmo riuscire a proporlo anche per i parlamentari e per il legislatore per valorizzare un principio di consapevolezza quando si scrivono nuove norme. Lo stesso Nordio prima di diventare Guardasigilli disse: ‘una cosa mi sarebbe piaciuto fare se fossi diventato Ministro, ossia rendere obbligatoria la lettura dell’opera omnia di Sciascia”. Intervenuto poi il vice presidente della Camera Mulè: “In carcere al momento il 30 per cento dei detenuti è in attesa di giudizio e staticamente di questi il 50 per cento è destinato ad essere assolto. Il problema da porsi è: nel momento in cui si determina la carcerazione preventiva verso i cittadini incensurati il magistrato che ordina la carcerazione ha la coscienza che la persona sarà estrapolata e inserita in una umanità dolente che è fatta di mille privazioni e sconvolgimenti? Allora questa proposta è fondamentale perché agita quello che Sciascia chiamava il baluginio delle coscienze. Serve ai magistrati per capire fino in fondo il percorso che loro disegnano per una persona privata della libertà personale. Per quanto riguarda il pernottamento non è una forma punitiva nei confronti dei magistrati, ma devono essere consapevoli, ad esempio, di cosa significhi essere reclusi con 30 gradi in una cella” sovraffollata.

Federico Gianassi, capogruppo dem in commissione giustizia ha spiegato: “abbiamo aderito con convinzione a questa iniziativa innanzitutto perché tocca un tema di grandissima attualità, ossia la situazione tragica e drammatica delle carceri. Inoltre sul tema della giustizia e del carcere crediamo vada adottato un atteggiamento scientifico e non ideologico. Poi la apprezziamo perché occorre mettere insieme tutti gli interlocutori che si occupano di giustizia: la pdl coinvolge, infatti, la magistratura in un percorso virtuoso”. Roberto Giachetti ha annunciato che la pdl sulla liberazione anticipata, elaborata insieme a Nessuno Tocchi Caino, è all’ordine del giorno del 7 agosto e al momento non si sa cosa accadrà. Ha poi aggiunto: “potremmo mettere in piedi un’altra iniziativa che obbliga il servizio pubblico a fare una trasmissione all’anno di un’ora senza commento, semplicemente facendo vedere in che condizioni si vive in carcere”.

Per Guido Cameraappena resa nota la nostra proposta qualche mese fa ci sono state diverse critiche di alcuni magistrati perché la ritengono punitiva nei loro confronti. E invece essa nasce dalla consapevolezza dell’importanza della funzione che loro hanno all’interno dello Stato di Diritto. Il magistrato è il custode dei nostri diritti e della nostra libertà personale”. Ha concluso Riccardo Magi:sono felice della firma dei nostri colleghi. In questo periodo si parla di più di carcere come dramma. Ma per chi come noi visita spesso le carceri questa parola non rende quello che veramente c’è: c’è afflizione pure, annientamento della dignità umana. Questa pdl allora nasce semplicemente per valorizzare la consapevolezza che si annida nelle coscienze. Non c’è nulla di punitivo, né qualcosa che voglia creare una contrapposizione tra magistratura e politica”.

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