Crosetto convocato dal Copasir per il caso dossieraggio, e intanto è gelo con Meloni sulle nomine

RMAG news

È durata due ore ieri pomeriggio l’audizione del ministro della Difesa Guido Crosetto davanti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir). A richiedere l’audizione di Crosetto era stato Lorenzo Guerini, presidente del Copasir ed ex ministro della Difesa. Crosetto, che ha lasciato Palazzo San Macuto senza rilasciare dichiarazioni, è colui che ha innescato l’indagine sui dossieraggi effettuati mediante gli accessi abusivi alle banche dati della Direzione nazionale antimafia.

Il fondatore di Fratelli d’Italia insieme alla premier Giorgia Meloni, dopo che alcuni quotidiani avevano pubblicato i suoi dati bancari e i suoi compensi percepiti quando era consulente di Leonardo, aveva deciso di rivolgersi all’autorità giudiziaria per denunciare l’accaduto. Il caso era nato proprio nei giorni della formazione del governo. Sentito anche a verbale dagli inquirenti, Crosetto aveva allora manifestato i suoi sospetti su qualche servitore dello Stato “infedele” all’interno degli apparati di sicurezza. A tal riguardo aveva chiesto chiarimenti ad Alfredo Mantovano, sottosegretario con la delega ai Servizi, informando anche la premier. Perplessità era state manifestate da Crosetto anche al generale Giovanni Caravelli, direttore dell’Aise, il servizio segreto, e all’ambasciatrice Elisabetta Belloni, capo del Dis.

L’esito degli accertamenti interni aveva però dato, come riferito da Mantovano al procuratore di Perugia Raffaele Cantone, titolare dell’inchiesta, esito negativo. Le indagini della Procura di Perugia in questi mesi avevano invece permesso di scoprire che la fonte delle informazioni era il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano, all’epoca dei fatti in servizio alla Dna. Era lui che comunicava ai giornalisti, ora indagati per accesso abusivo alle banche dati e rivelazione del segreto, i dati sensibili per scrivere gli articoli. Striano, scrissero i pm, ha fatto un uso “spregiudicato ed al di fuori degli schemi istituzionali” delle notizie riservate in suo possesso. “Emerge un dato inquietante ovvero la ricorrenza di articoli di giornale concernenti partiti politici o personaggi politici le cui informazioni sarebbero state acquisite da Striano illecitamente”, sottolineano i magistrati, ricordando che gli articoli contro esponenti del centrodestra, ad iniziare da Silvio Berlusconi, scritti sulla base di notizie coperte dal segreto in questi anni sono stati tantissimi. “In definitiva è stato possibile comprendere come gli accessi relativi alla vicenda Crosetto non siano altro che una parte infinitesimale dell’uso abusivo del ruolo da parte di Striano”.

Da parte sua il ministro della Difesa avrebbe preso delle “accortezze” per evitare il ripetersi di tali situazioni. Come riferito ieri dal Foglio, ad esempio, farebbe lasciare all’esterno del suo ufficio a Palazzo Baracchini il cellulare a chi viene a trovarlo. E avrebbe poi disertato in più occasioni il Consiglio dei ministri. Il sospetto, a parte la vicenda dei dossieraggi, è che ci siano tensioni in vista delle prossime nomine che dovrà fare il governo, prima fra tutte quella del comandante generale dell’Arma. L’incarico dell’attuale numero uno della Benemerita, il generale Teo Luzi, scadrà fra un mese esatto e non sono previste proroghe.

I papabili per prendere il posto di Luzi sono diversi: il vicecomandante Salvatore Luongo, il capo di stato maggiore Mario Cinque, il comandante interregionale “Pastrengo” Riccardo Galletta. La nomina, visti i precedenti, sarà gestita dal tandem Alfredo Mantovano- Giovanbattista Fazzolari, i potentissimi sottosegretari di Palazzo Chigi di cui Meloni ha piena fiducia su queste partite. Da qui, forse, il nervosismo di Crosetto che non fa mistero di essere pronto a lasciare l’esecutivo.

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